Commissione Ue: guerra causa rialzo dei prezzi, inflazione erode potere d’acquisto delle famiglie

“Molti dei rischi negativi gravanti sulle previsioni di primavera 2022 si sono concretizzati. L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia ha esercitato ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi dell’energia e delle materie prime alimentari”: lo attestano le Previsioni economiche diffuse oggi dalla Commissione Ue. Questi fattori “alimentano le pressioni inflazionistiche a livello mondiale, erodendo il potere d’acquisto delle famiglie e innescando una risposta di politica monetaria più rapida di quanto ipotizzato in precedenza”. L’economia dell’Ue “rimane particolarmente vulnerabile agli sviluppi dei mercati dell’energia a causa della sua elevata dipendenza dai combustibili fossili russi e l’indebolimento della crescita mondiale deprime la domanda esterna. L’impulso ottenuto con la ripresa dello scorso anno e un primo trimestre leggermente migliore a quanto stimato in precedenza dovrebbero sostenere il tasso di crescita annuale per il 2022”. L’attività economica “nel resto dell’anno dovrebbe tuttavia essere modesta, nonostante una promettente stagione turistica estiva”. Nel complesso l’economia dell’Ue “dovrebbe continuare a espandersi, ma a un ritmo notevolmente più lento di quanto previsto nelle previsioni di primavera 2022”.
“L’inflazione complessiva a giugno ha toccato i massimi storici, in quanto i prezzi dei beni energetici e alimentari hanno continuato a crescere e le pressioni sui prezzi si sono estese ai servizi e ad altri beni. […] Le previsioni relative all’inflazione sono state riviste considerevolmente al rialzo rispetto alle previsioni di primavera. Oltre al forte aumento dei prezzi nel secondo trimestre, un’ulteriore impennata dei prezzi del gas in Europa dovrebbe ripercuotersi sui consumatori anche attraverso i prezzi dell’energia elettrica. L’inflazione dovrebbe raggiungere un picco dell’8,4% su base annua nel terzo trimestre del 2022 nella zona euro e successivamente registrare un calo costante fino a scendere al di sotto del 3% nell’ultimo trimestre del 2023, sia nella zona euro che nell’Ue”.

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