Papa Francesco: ai Fratelli delle scuole cristiane, “il mondo sta vivendo un’emergenza educativa”

(Foto Vatican Media/SIR)

“Il mondo sta vivendo un’emergenza educativa. Si è rotto il patto educativo, è rotto, e adesso lo Stato, gli educatori e la famiglia sono separati. Dobbiamo cercare un nuovo patto che sia comunicazione, lavorare insieme. Questa emergenza educativa è resa più acuta dalle conseguenze della pandemia. Le due grandi sfide del nostro tempo: la sfida della fraternità e la sfida della cura della casa comune, non possono trovare risposta se non attraverso l’educazione”. Lo ha affermato oggi Papa Francesco, durante l’udienza ai partecipanti al 46° Capitolo generale dei Fratelli delle scuole cristiane, che portano avanti progetti educativi nelle scuole, nei collegi, nelle università di circa cento Paesi . “Entrambe sono anzitutto sfide educative – ha precisato –. E grazie a Dio la comunità cristiana non solo ne è consapevole, ma è impegnata in questo lavoro, da tempo sta cercando di ‘costruire nuove strade per trasformare’ lo stile di vita. E voi, fratelli, fate parte di questo cantiere, anzi, siete in prima linea, educando a passare da un mondo chiuso a un mondo aperto; da una cultura dell’usa-e-getta a una cultura della cura; dalla ricerca degli interessi di parte alla ricerca del bene comune”. Il lavoro educativo, ha detto il Papa, “è un grande dono prima di tutto per chi lo compie: è un lavoro che chiede molto, ma che dà molto! La relazione costante con gli educatori, con i genitori, e specialmente con i ragazzi e i giovani è una fonte sempre viva di umanità, pur con tutte le fatiche e le problematiche che comporta”. In questo cammino fatto con loro, ha detto, “voi offrite i valori della vostra ricca tradizione pedagogica: educate alla responsabilità, alla creatività, alla convivenza, alla giustizia, alla pace; educate alla vita interiore, ad essere aperti al trascendente, al senso dello stupore e della contemplazione di fronte al mistero della vita e del creato”. Come educatori, ha proseguito, “voi sapete bene che questa trasformazione deve partire dalle coscienze, oppure sarà solo di facciata. E sapete anche che non potete fare questo lavoro da soli, ma cooperando in ‘alleanza educativa’ con le famiglie, con le comunità e le aggregazioni ecclesiali, con le realtà formative presenti nel territorio”. Ma soprattutto, ha sottolineato, “per essere buoni operai, non dovete trascurare voi stessi! Non potete dare ai giovani quello che non avete dentro di voi. L’educatore cristiano, alla scuola di Cristo, è anzitutto testimone, ed è maestro nella misura in cui è testimone”. Perciò il Papa prega “perché siate fratelli non solo di nome ma di fatto. E perché le vostre scuole siano cristiane non di nome, ma di fatto”.

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