Diocesi: Caserta, incontro sulla figura del giudice Rosario Livatino. Esempio da ricordare per “la forza di chi opera con cuore”

“Rosario Livatino, la toga e il martirio – Un giudice come Dio comanda”. Questo il titolo della pubblicazione e del convegno voluto da Alleanza Cattolica e dal Centro studi Rosario Livatino alla biblioteca del Seminario della Curia di Caserta. A presenziare l’incontro – informa la diocesi di Caserta – il vescovo della città, mons. Pietro Lagnese, con i saluti di Antonio Messineo, questore di Caserta, l’introduzione di Luigi Nunziante, Direttore de il “Poliedro” il mensile diocesano  e l’intervento del Magistrato, Domenico Airoma. Il “giudice ragazzino”, come tutti lo ricordano, “è morto perdonando, come Gesù, i suoi uccisori”. Venne ucciso il 21 settembre 1990 sulla statale Caltanissetta-Agrigento mentre si recava, senza scorta, in tribunale. Il beato, che la Chiesa ha proclamato e che commemorerà ogni 29 ottobre, giorno della sua canonizzazione. Eroe della legalità e martire di Cristo. “Non deve essere ricordato unicamente con la figurina del santino da far circolare” è stato detto durante l’incontro, ma per “la forza di chi opera con ‘cuore’ verso chi ha commesso un crimine, per poi pronunciare il sofferto giudizio a chi è stato lontano dalla luce di Dio. Un magistrato di prima nomina in un territorio infuocato, una incongruenza forte – è stato commentato – di uno Stato che opera alla cieca. L’esempio di Rosario Livatino, è per tutti, una figura di magistrato molto attuale, in qualche modo e molto significativa perché rappresenta il riscatto di tutti quei magistrati che in silenzio fanno il loro mestiere”. Nel prendere la parola, il vescovo ha l’interesse che il giudice Livatino suscita soprattutto nelle scuole del casertano, “un uomo che, operando sulla base del fondamento del diritto, ha praticato la giustizia come virtù morale e individuale”.

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