Settimana Santa: mons. Savino (Cassano all’Jonio), “provati da Covid e guerra, costruire la pace”

“Provati tutti come siamo da oltre due anni di pandemia e da 44 giorni di guerra in Ucraina, abbiamo bisogno di sapere che il nostro viaggio della vita in genere, come della nostra quotidianità, anche la più ferita, non è un viaggio nel vuoto e nel non senso”. Lo scrive mons. Francesco Savino, vescovo di Cassano all’Jonio, in un messaggio. “È un viaggio verso ciò che Gerusalemme rappresenta nel suo simbolismo biblico ed evangelico: la destinazione di un percorso, la consumazione di una vita d’amore, la celebrazione di una festa. Qualcuno ci precede – evidenzia il presule -, ma non è un condottiero qualsiasi, né tanto meno un uomo assetato di potere e di espansionismo, di altra sudditanza e di carne umana da mandare ad immolarsi nelle sue guerre. È proprio l’opposto. È quel Gesù che non pratica alcuna violenza, che non vuole sottomettere nessuno, che chiama solo tutti e ciascuno a corrispondere al suo amore, che non vuole immolare nessuno, ma che è disposto a sacrificare se stesso”.
Ricordando che “tutti abbiamo pianto e molti stanno ancora piangendo per gli effetti della pandemia e per quelli che sta provocando l’assenza di una vera ed efficace politica di pace”, mons. Savino sottolinea come sia “urgente e inderogabile” l’impegno per “costruire un futuro di pace”. “Contempleremo Gesù, che va verso il calvario e vedremo come in un film gli orrori delle ferite inflitte, delle umiliazioni subite, delle crocifissioni degli innocenti anche in questa settimana, la più santa e la più insanguinata – conclude -, ma anche la più densa di perdono e di speranza, di riconciliazione e di salvezza. Il tramonto gravido di dolore del Sabato santo sarà, tuttavia, ancora e lo sarà per sempre, un presagio dell’aurora della Domenica della risurrezione”.

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