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Otto marzo: Pejcinovic Buric (Consiglio d’Europa), donne che fuggono dalla guerra “ancora più vulnerabili e a rischio di violenza, aggressione e stupro”

(Strasburgo) “Le donne e le ragazze in fuga dal conflitto hanno bisogno di sostegno e protezione speciali”: questo l’appello che la segretaria del Consiglio d’Europa, Marija Pejčinović Burić, lancia in occasione della Giornata della donna, perché “è chiaro che la guerra è sempre accompagnata da forme di violenza contro donne e ragazze”. Sono loro che, quando cercano di sfuggire al conflitto, “diventano ancora più vulnerabili e corrono un rischio maggiore di violenza, aggressione sessuale e stupro”. In base alla Convenzione di Istanbul occorre che gli Stati mettano in atto “procedure di accoglienza e servizi di sostegno per l’asilo” anche in considerazione della specificità di genere. Pejčinović Burić esorta “a raggiungere un accordo per la creazione di veri e propri corridoi umanitari” per consentire alle persone – la maggior parte delle quali donne o bambini – di fuggire in sicurezza dalla guerra. Le cifre crescono ogni giorno: secondo l’alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi la cifra ha raggiunto quota 2 milioni oggi.

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