Papa Francesco: udienza, “lì dove i nostri errori diventano scandalo, chiediamo a San Giuseppe di avere il coraggio di fare verità, chiedere perdono e ricominciare umilmente”

Foto Calvarese/SIR

“Lì dove i nostri errori diventano scandalo, chiediamo a San Giuseppe di avere il coraggio di fare verità, chiedere perdono e ricominciare umilmente”. Lo ha detto il Papa, al termine dell’udienza di oggi, l’ultima del ciclo su San Giuseppe, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata a S. Giuseppe patrono della Chiesa universale. “Vi incoraggio a chiedere l’intercessione di San Giuseppe proprio nei momenti più difficili della vita vostra e delle vostre comunità”, l’invito di Francesco ai presenti. “Lì dove la persecuzione impedisce che il Vangelo sia annunciato – ha proseguito il Papa – chiediamo a San Giuseppe la forza e la pazienza di saper sopportare soprusi e sofferenze per amore del Vangelo. Lì dove i mezzi materiali e umani scarseggiano e ci fanno fare l’esperienza della povertà, soprattutto quando siamo chiamati a servire gli ultimi, gli indifesi, gli orfani, i malati, gli scartati della società, preghiamo San Giuseppe perché sia per noi Provvidenza”. “Quanti santi si sono rivolti a lui!”, ha esclamato Francesco: “Quante persone nella storia della Chiesa hanno trovato in lui un patrono, un custode, un padre! Imitiamo il loro esempio e per questo, tutti insieme, oggi preghiamo San Giuseppe con la preghiera che ho posto a conclusione della Lettera Patris corde, affidando a lui le nostre intenzioni e, in modo speciale, la Chiesa che soffre e che è nella prova”. Il Papa ha chiesto ai fedeli di prendere il testo della preghiera, distribuito in Aula, e di pregare “insieme, ognuno nella propria lingua”, San Giuseppe, con queste parole: “Salve, custode del Redentore e sposo della Vergine Maria. A te Dio affidò il suo Figlio; in te Maria ripose la sua fiducia; con te Cristo diventò uomo. O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male. Amen”.

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