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Formazione e lavoro: European Youth Forum ed Etuc, stop ai tirocini non retribuiti. Oggi il tema approda a Strasburgo

“Nei casi in cui si accerti che un tirocinio non comprende una componente di apprendistato e formazione ma riguarda lo svolgimento di un lavoro vero e proprio, il tirocinante deve essere considerato un lavoratore e avere diritto a una retribuzione dignitosa”: lo prevede la Carta sociale europea e lo ribadisce oggi il Comitato europeo dei diritti sociali, in una decisione riguardante la denuncia mossa dall’European Youth Forum nel 2017 nei confronti del Belgio, che ha violato la Carta per “carenze relative all’individuazione e alla prevenzione dei falsi tirocini”. Le autorità preposte infatti non hanno efficacemente rilevato la “sostituzione abusiva di lavori retribuiti con stage non retribuiti”. Secondo il Comitato ispezioni che nascano da “reclami individuali dei tirocinanti” non sono efficaci perché i tirocinanti potrebbero essere “riluttanti a intraprendere azioni legali e non conoscere i loro diritti”. Per Eyf il mancato pagamento dei tirocinanti è discriminatorio “nei confronti dei giovani che non possono permettersi di lavorare per lunghi periodi senza retribuzione, ma anche nei confronti degli stessi tirocinanti non retribuiti, negando loro il diritto ad un’equa remunerazione quando tale diritto è garantito ad altre categorie di lavoratori”. Sulla questione degli stage non retribuiti, l’associazione giovanile dei sindacati europei (Etuc youth) in questi giorni sta portando avanti una campagna perché in Europa, a partire dalle istituzioni europee, si metta fine alla pratica dei tirocini non retribuiti. A questo riguardo la commissione per gli affari sociali e l’occupazione del Parlamento europeo presenta oggi in emiciclo una risoluzione con “proposte concrete per migliorare le vite dei giovani e dei giovani lavoratori in Europa”.

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