Colombia: card. Zuppi (Bologna) a W Radio, “molte parti dell’accordo finora rimaste lettera morta, ma la pace è il miglior affare che si può fare”

“Sono geograficamente distante dalla Colombia, ma credo che alcuni rischi debbano essere accettati per la pace. Andare verso la pace non significa mai andare contro la giustizia, ma bisogna affrontare i rischi. Penso sempre che il dialogo sia l’unico modo per raggiungere un buon compromesso. È sempre necessario riattivare il dialogo e anche per la Colombia è la via per raggiungere la pace dopo decenni di violenze, nel vostro bel Paese”. Lo ha affermato il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, in un’intervista rilasciata all’emittente colombiana W Radio.


Il porporato è stato intervistato in quanto ha maturato una profonda conoscenza della realtà del Paese sudamericano quando era assistente della Comunità di Sant’Egidio. In quella veste partecipò agli incontri a Roma con la segreteria della guerriglia delle Farc nei primi anni 2000. Alla luce di quell’esperienza, ora afferma che è fondamentale lavorare sulla fiducia.
E a proposito delle difficoltà che incontra l’applicazione dell’accordo di pace del 2016 ha affermato: “Penso che ci siano tante cose che non sono state applicate, sono rimaste lettera morta e non può essere così, perché la fiducia muore. Nei vostri accordi ci sono molte ragioni per superare la sfiducia”.
Riguardo a quanto la Chiesa sta facendo nella costruzione della pace, ha indicato che essa “svolge un ruolo” nella riconciliazione e ha evidenziato l’importanza del dialogo per conformarsi a quanto concordato all’Avana: “La pace è il miglior affare che si può fare”, ha affermato il card. Zuppi.
Invece, “nella guerra ci sono molti interessi, i più invisibili sono lasciati indietro, la guerra sa vincere dalla sofferenza degli altri. Il narcotrafficante fornisce benzina per la guerra, noi dobbiamo fornire benzina per la pace. Non possiamo mai accettare la sofferenza di nessuno, perché sappiamo che la sofferenza dell’altro, di mio fratello, è anche la mia sofferenza”.
Cristiano Morsolin, esperto di diritti umani in America Latina, commenta: “Ho seguito in diretta l’intervista del card. Matteo Zuppi, insieme al professore Andres Inampus, direttore dell’Istituto per la Pace dell’Università Santo Tomas di Bogotá. Il card. Zuppi, che ha lavorato per la pace in Mozambico, offre vari spunti di riflessione per fermare la guerra, la violenza del narcotraffico nella frontiera con Venezuela. Emerge il richiamo a seguire il magistero di Papa Francesco. Lo stesso obiettivo che stiamo perseguendo nella preparazione di un corso universitario sulla costruzione della pace”.

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