Veglia di preghiera a Bari: card. Zuppi, “spingiamo per conferenza come Helsinki”, “nei giorni di Natale non si compiano azioni militari”

“C’è tanto bisogno di pace”. Ne è convinto il card. Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, che dalla basilica di San Nicola a Bari, durante l’omelia, ha lanciato un preciso appello: “Noi vogliamo sollecitare, nella nostra umiltà, ma anche con la ferma risoluzione chi può e deve fare qualcosa per la pace perché, anche in maniera esplorativa, sia avviato un cammino che conduca al dialogo. Non ci saranno mai le condizioni, se non la sconfitta! Quanta distruzione di persone e cose dobbiamo aspettare? San Nicola, uomo di pace, volge le spalle a chi non ascolta l’invito di pace”. “Spingiamo perché sia preparata una conferenza che, come saggiamente avvenne a Helsinki ormai troppi anni fa, possa risolvere tanti conflitti e creare le basi di una convivenza pacifica”, la proposta concreta: “Rinnoviamo l’appello perché nei giorni di Natale non si compiano azioni militari attive, sia permesso ai cristiani di onorare il Dio della pace, non si profani quel giorno distruggendo le tante Betlemme dove vuole nascere il Signore. San Nicola ispiri la saggezza e il coraggio di questa scelta. Non ci abituiamo alla guerra e facciamo nostra la stessa trepida attesa del Papa per commuoverci anche perché speriamo che ogni giorno sia l’ultimo di guerra e attendiamo con ansia, con la fretta di Maria, che venga il Natale della pace”. “Che tutti noi, come Maria, senza chiederci se tocca o meno a lui, senza indugi, faccia crescere il seme della pace”, l’auspicio finale: “La pace non è un ideale astratto o un dono che cade dal cielo: richiede fatica, tenacia, creatività. Lo facciamo perché non abbiamo pace senza la loro pace”. Zuppi ha concluso la sua omelia ripetendo, senza commentarle, le parole dette da Papa Francesco quattro anni fa, sul sagrato della stessa basilica: “La pace va coltivata anche nei terreni aridi delle contrapposizioni, perché oggi, malgrado tutto, non c’è alternativa possibile alla pace. Noi ci impegniamo a camminare, pregare e lavorare, e imploriamo che l’arte dell’incontro prevalga sulle strategie dello scontro, che all’ostentazione di minacciosi segni di potere subentri il potere di segni speranzosi. Per fare questo è essenziale che chi detiene il potere si ponga finalmente e decisamente al vero servizio della pace e non dei propri interessi. Basta ai tornaconti di pochi sulla pelle di molti! Basta alle occupazioni di terre che lacerano i popoli! Basta al prevalere delle verità di parte sulle speranze della gente! L’anelito di pace si levi più alto di ogni nube scura. I nostri cuori si mantengano uniti e rivolti al Cielo, in attesa che, come ai tempi del diluvio, torni il tenero ramoscello della speranza. ‘Su te sia pace in te giustizia, sopra di te si posi la benedizione di Dio. Amen’”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Europa