Diocesi: mons. Moraglia (Venezia), “Natale è camminare insieme con Dio e con gli altri riscoprendo il valore del ‘noi”

“Il Natale è il rifiuto del potere dell’uomo” ed è “l’invito che Dio rivolge agli uomini a camminare insieme; camminare, innanzitutto, con Lui e con gli altri riscoprendo il senso e il valore del ‘noi’”. Ha esordito così il patriarca di Venezia Francesco Moraglia, nel discorso rivolo ieri sera alla diocesi, alle istituzioni, al mondo della cultura e alla città in occasione del  tradizionale concerto di Natale promosso dalla Fondazione Fenice insieme alla Cappella musicale Marciana. “Dove stiamo andando? Perché la guerra?”, gli interrogativi posti dal patriarca.
“La guerra – diventata, ormai, cronaca quotidiana – ci fa vedere quanto male può fare l‘uomo – ha spiegato.  E di uomini sbagliati, al posto sbagliato, nel momento sbagliato, la storia ne conosce più di uno. Intanto uomini, donne, bambini e vecchi continuano a morire; ieri era il Covid, oggi è la guerra. Quale sarà il prezzo?”.
Con riferimento al presepe, Moraglia ha osservato che “appartiene non all’impossibile ma all’improbabile che accade. Esso ci dice di un bambino accolto da una giovane donna – che non pensava di diventare madre ma che acconsente a quel bambino – e un giovane uomo che si prende cura d’entrambi. Dio entra nelle loro vite ed essi iniziano a camminare insieme. Natale è camminare insieme con Dio e rispondere al suo invito: ‘Se vuoi…’”. Il Natale “invita ad uscire da noi stessi perché solo nella relazione con l’Altro (Dio) e gli altri (gli uomini) ci ritroviamo, ci rinnoviamo, ci salviamo e, anzi, ci lasciamo salvare”. Di qui l’esortazione conclusiva: “Guardiamo al presepe e impariamo a camminare insieme come umili ricercatori della verità, del bene, del giusto, del bello”.

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