Minacce no vax a medici e giornalisti: Verna (Odg) e Anelli (Fnomceo), nascono da “banalizzazione competenze professionali” che genera idea di “sanità da supermarket”

Contrasto alle fake news in tema di salute e prevenzione della violenza nei confronti di medici e giornalisti: sono stati questi i due principali argomenti al centro dell’incontro informale – avvenuto questa mattina a Roma – tra Carlo Verna, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, e Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri (Fnomceo). L’appuntamento, il primo in previsione di una serie di iniziative congiunte, “è stato organizzato per dare una risposta comune all’escalation di minacce e aggressioni verso rappresentanti delle due figure professionali, da parte di contestatori dei vaccini e del green pass”, spiega un comunicato. Una violenza che, a detta dei due presidenti, “assume forme inedite, ideologiche, rivolte a medici e giornalisti in quanto rappresentanti di una categoria e non quale reazione, ovviamente sbagliata e condannabile, a un fatto specifico”. La violenza e le fake news hanno, secondo Verna e Anelli, “una radice comune, che nasce dalla banalizzazione delle competenze professionali”: la disponibilità di una quantità enorme di informazioni, non tutte “certificate”, genera l’illusione che non servano una preparazione e una professionalità specifiche a fare da filtro e produce la chimera di una “scienza da scaffale” e di una “sanità da supermarket”. Ma, secondo i presidenti, sono proprio le competenze dei professionisti a marcare il confine: “Una comunicazione della medicina e della salute al riparo dalle false notizie è un passo fondamentale per fornire a tutti gli strumenti per scelte consapevolmente fiduciose”. “La salute e la libertà di informazione sono due diritti dei cittadini e due pilastri della società, protetti anche dalla nostra Costituzione: se vengono banalizzati, se sono erosi alle fondamenta perché aggrediamo, per prossimità, chi li rappresenta, crolla tutto il tessuto sociale – hanno concluso -. Il presupposto di ogni diritto è il dovere etico, deontologico, giuridico, sociale di chi è chiamato, per ruolo, a garantirlo. È da qui che dobbiamo ripartire: dalla valorizzazione delle competenze e del ruolo delle professioni quali garanti dei diritti alla base della società civile”.

 

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