Colombia: Necoclí, emergenza umanitaria e sanitaria per oltre 10mila migranti, in gran parte haitiani. Mons. Torres (Apartadó), “siamo solidali”

Migliaia di migranti, secondo le stime oltre 10mila, in gran parte haitiani (ma ci sono anche persone di origine africana e asiatica, sono bloccati in Colombia, nel municipio settentrionale di Necoclí, (noto per essere il luogo natale del calciatore della Juventus Juan Cuadrado). La località è frequente punto di passaggio di migranti, che dal municipio della provincia di Urabá si imbarcano per raggiungere la località di Capurganá, verso il confine con Panama. Sessanta chilometri di attraversata via mare sono, infatti, preferibili rispetto a una più lunga marcia attraverso territori isolati e spesso controllati da bande armate. La rotta migratoria prosegue, poi, oltre il confine panamense, per la foresta del Darién e gli altri Paesi centroamericani, ma l’obiettivo è quello di raggiungere il Messico e poi gli Stati Uniti. L’arrivo massiccio di persone a Necoclí, nelle ultime settimane, ha di fatto inceppato il transito attraverso la consolidata rotta: ogni 750 persone che si imbarcano, ne arrivano oltre un migliaio. I migranti si trovano in tutto il municipio, soprattutto nella zona portuale, e costituiscono un’emergenza umanitaria e sanitaria, dato che i numeri del Covid-19 sono ancora molto alti.
Sulla vicenda è intervenuto ieri il vescovo di Apartadó, mons. Hugo Alberto Torres Marín, che invita i fedeli a essere “tutti buoni samaritani” con questi “fratelli in cerca di migliori condizioni di vita o perché sono stati costretti per molteplici motivi a lasciare i loro luoghi d’origine”. Esorta il vescovo: “Rivolgiamo un appello a tutta la cittadinanza a mantenere una condotta etica e coerente con l’umanesimo cristiano che caratterizza gli abitanti del municipio e del territorio della provincia di Urabá”. Prosegue mons. Torres: “Invitiamo la comunità della provincia e i gruppi che accolgono i migranti a essere solidali con coloro che sono arrivati nel nostro territorio, riconoscendo che si tratta di persone che in questo momento soffrono e affrontano una realtà difficile”. In concreto, il vescovo invita tra l’altro gli operatori economici a evitare prezzi gonfiati di servizi e prodotti e lo sfruttamento di queste persone.

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