Camerun: Duala, morta la missionaria Maria Negretto, la “Madre Teresa d’Africa”

È morta a Duala, in Camerun, Maria Negretto, missionaria che da una vita intera era impegnata in progetti umanitari in Africa. 83 anni, versava da tempo in difficili condizioni di salute e proprio in questi giorni sarebbe dovuta tornare in Italia per sottoporsi alle cure.
Ribattezzata da molti come la “Madre Teresa d’Africa”, Maria Negretto ha dedicato oltre 50 anni della propria vita all’aiuto dei poveri e degli ammalati del Camerun, dov’era presente dal 1969. “Dentro di me sentivo una forza che mi spingeva verso i più deboli, quelli ai margini – raccontava al settimanale diocesano riminese ilPonte diversi anni fa –. Questo grazie anche all’insegnamento della mia famiglia e di mia madre che era sempre disponibile ad aiutare un bisognoso quando si presentava alla porta di casa”.
Proprio Rimini ha avuto un ruolo decisivo nella vita di Maria: originaria di San Biagio di Argenta (Ferrara), dove nacque il 5 marzo 1938, fu infatti “adottata” dalla città quando, ottenuto il diploma in infermeria, iniziò a lavorare nel reparto di Pediatria dell’ospedale riminese. Fu qui che Maria ebbe la possibilità di diventare missionaria. “Lavoravo all’ospedale di Rimini – il suo ricordo – quando mi è capitato tra le mani un bollettino a cura di un’associazione di volontari che operava in Africa; li ho contattati e in pochi giorni mi sono unita a loro. Sono volata in Camerun con l’intenzione di starci qualche anno: non sono più tornata”.
In quasi 50 anni, sono tantissime le attività e i servizi messi in campo da Maria in Camerun: vaccinazione dei bambini, educazione sanitaria, progetti idrici per portare acqua nei villaggi, prevenzione, educazione e lotta contro l’Aids. Non solo. Importante l’impegno con i malati di lebbra: nel 1972 è responsabile del lebbrosario di Bafoussam, dove si occupa di cura e reinserimento dei lebbrosi, emarginati ed esclusi, nella società. Tra i suoi sforzi più importanti, infine, va ricordata la creazione di una rete di assistenza e di aiuti (acqua corrente, cibo, cure mediche) portati nel carcere di Bafoussam. Tanti, infatti, i minori che grazie a lei si sono potuti riscattare e reinserire in società una volta usciti di prigione. Progetto che, dal 2013, è stato “ereditato” dalla Comunità Papa Giovanni XXIII di Rimini. Nel 2006, per diffondere gli ideali di Maria, nasce l’Associazione Maria Negretto onlus, presente sia a Rimini sia in Camerun.

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