Violenza su donne: mons. Santoro (Taranto), “l’altro ha una sua sacralità che non può essere manipolata”

Una settimana difficile per Taranto. Un femminicidio ed un tentato femminicidio, in cui il carnefice si è poi suicidato e poi otto autisti dell’Amat, l’azienda del trasporto pubblico del Comune, indagati per violenza sessuale, nelle ore di lavoro e sul mezzo di servizio, ai danni di una ragazza disabile psichica che prendeva spesso il bus. Per 18 mesi, secondo il Gip, avrebbero approfittato della sua “fragilità”, per “soddisfare le proprie voglie sessuali”. Gli indagati, che hanno dai 40 ai 62 anni, ieri, interrogati dai magistrati, hanno negato o ammesso i rapporti ma definendoli consensuali. Intanto arriva il monito, forte, dell’arcivescovo della diocesi di Taranto, mons. Filippo Santoro. “All’origine di questa violenza c’è una considerazione della vita nostra e degli altri come possesso. C’è un’inversione profonda perché la vita è originariamente rapporto e relazione non sfruttamento e sopraffazione. L’ideologia attualmente dominante è l’individualismo che si manifesta in varie maniere sino ad assumere la forma clamorosa del delitto. Oltre alle aberrazioni – ha scritto in una nota- va curata questa visione in cui la relazione è sostanzialmente di possesso e di dominio e non di dialogo e di cura”. A ciò si aggiunge il fatto che “il pansessualismo della nostra società ha creato una illusione di libertà che nei casi più gravi è degenerata in comportamenti patologici e a volte incontrollabili. La donna diventa così una preda, vittima degli atti inqualificabili di uomini che in gruppo, in branco, degenerano la nostra umanità”. Di fronte a tale situazione “non basta l’indignazione di un momento, dobbiamo seriamente interrogarci e mettere in campo tutte le buone prassi possibili ma partendo necessariamente dall’educazione al rispetto dell’altro. Dovremmo domandarci: stiamo facendo tutto il possibile in campo educativo per invertire questa tendenza? L’altro non è un oggetto, ha una sua dignità e non va considerato come oggetto di un mio potere. Aggiungiamo che l’altro ha una sua sacralità che non può essere manipolata. Sicuramente le autorità competenti faranno piena luce sui fatti agghiaccianti ma desidero invitare tutta la comunità cittadina a una profonda riflessione su come tutto questo possa essere accaduto e su come adoperarsi perché nessuna donna sia di nuovo in pericolo. A questo unisco la mia preghiera accorata per le vittime e per tutta la nostra comunità”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori