Giovani e lavoro: Dadone (ministro), “riuscire a fare un orientamento più efficace, già dalle medie alle superiori”

“Per avere politiche giovanili efficaci dovremmo rapportarci alle medie europee”. Lo ha detto, ieri, Fabiana Dadone, ministro per le Politiche giovanili, rivolgendosi ai ragazzi della sezione “Impact!” del Giffoni Film Festival.
“Riuscire a fare un orientamento più efficace, già dalle medie alle superiori. Questo è un mio obiettivo – ha aggiunto -. È giusto conoscere certe prospettive e comprendere come siano cambiati i lavori tradizionali e cosa si può fare con l’innovazione. Nell’ottica di riuscire ad incrociare domanda ed offerta di lavoro, bisognerà capire come è importante puntare sulle cosiddette soft skill: un’esperienza come questa di Giffoni può essere molto più formativa dal punto di vista culturale che tante altre”.
“In questi mesi siamo accorti che serviva la banda larga e si è provato a velocizzare le procedure. Ovviamente sapevamo anche prima che questa era una priorità per il Paese”, ha sottolineato il ministro, proponendo di valorizzare le aree interne con “Internet dappertutto, riuscire a garantire servizi perché queste aree siano produttive, anche detassando alcuni servizi. Se depauperiamo le aree interne, perdiamo alcune peculiarità del Paese. Se vanno via i ragazzi queste aree si spopolano e senza l’apporto dei giovani diventano totalmente improduttive”.
E se i giovani devono essere protagonisti delle scelte in politica, il voto è lo strumento più utile per arrivare a questo risultato: “Sono favorevolissima – ha concluso Dadone – all’apertura del voto ai 16enni. Soprattutto per far sentire il peso della responsabilità delle scelte politiche già a quell’età perché se uno deve andare a votare, si informa di più. Molti non se la sentono perché hanno il timore di non essere pronti. Per ora siamo arrivati all’abbassamento dell’età per votare al Senato da 25 anni a 18, provvedimento che giudico favorevolmente perché chi vi rappresenterà subirà gli effetti del voto di chi è più giovane. Io, che sarei per incrementare quanto più possibile le forme di democrazia diretta, giudico questo un passo importante per l’Italia”.

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