Libano: un anno da esplosione a Beirut. John (Caritas internationalis), “ogni gesto di solidarietà è un gesto di speranza”

Un grande intervento internazionale della rete Caritas a sostegno della popolazione libanese, colpita il 4 agosto 2020 dall’esplosione al porto di Beirut e da una grave crisi socio-economica, politica e umanitaria iniziata già prima. A questo si aggiunge la pandemia di Covid-19 e il fatto che il Libano è il secondo Paese per numero di rifugiati siriani accolti, con oltre 1 milione di persone. A un anno di distanza Aloysius John, segretario generale di Caritas internationalis, ha ringraziato tutti i donatori perché “come buoni samaritani hanno restituito dignità ai sopravvissuti: sappiamo che non possiamo risolvere ogni problema ma ogni gesto di solidarietà è un gesto di speranza”. Sono le sue parole durante il webinar in corso organizzato oggi da Caritas internationalis, per fare il punto sulla situazione in Libano, “ancora complicata anche a livello politico” e “senza aiuti ai sopravvissuti” dall’esplosione di Beirut, che ha causato 200 morti, 7.500 feriti e 300.000 persone senza casa. Caritas sta ancora aiutando le persone bisognose, con programmi di assistenza di base, in ambito sanitario, istruzione, alloggi e beni di sussistenza. Grazie alle donazioni 645 persone sono state assistite con elargizioni in contanti, 50 imprese colpite sono state riattivate e 5450 beneficiari hanno avuto accesso ai servizi medici. Nel mese successivo all’esplosione, Caritas ha distribuito 17.213 pasti caldi e 4.020 kit igienici a bambini e famiglie in difficoltà. Attraverso l’impegno comunitario, la Caritas ha raggiunto in totale di 1.624.958 persone.

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