Coronavirus Covid-19: Dadone (min. Politiche giovanili), “il sacrificio richiesto ai ragazzi è stato molto grande. Sono stati dei piccoli eroi moderni”

“Usciamo da un momento complicato per il Paese. Fate sentire le vostre idee e le vostre richieste. Non abbiate timore di far sentire la vostra voce. Nei palazzi ministeriali difficilmente arriva il pensiero delle associazioni giovanili, invece sarebbe bello se questo accadesse di più”. Lo ha detto, ieri, Fabiana Dadone, ministro per le Politiche giovanili, rivolgendosi ai ragazzi della sezione “Impact!” del Giffoni Film Festival.
Centrale il tema della pandemia, in particolare per i ragazzi: “Il sacrificio richiesto ai giovani – ha aggiunto – è stato molto grande durante la pandemia. Abbiamo dovuto rinunciare alla possibilità di spostarci, non è stato possibile andare a scuola, all’università. Questi due anni hanno segnato ciascuno di noi in maniera indelebile. Con la musica, con l’arte, con lo spettacolo, con la cura del verde mi auguro possiate esprimere il disagio che avete vissuto. Ed è per questo che abbiamo pensato ad un bando specifico che serva proprio da ristoro per il disagio di questo periodo. In questa fase sono aumentati fenomeni legati al disagio, fenomeni di autolesionismo, disturbi alimentari. Abbiamo inteso puntare su progettualità che rendano attivi i ragazzi, facendole partire dal basso”.
E poi c’è stata la narrazione di questi mesi, quella di ragazzi poco attenti alle regole e alle disposizioni sul distanziamento: “Abbiamo la tendenza a puntare su chi sbaglia – ha osservato il ministro -e su ciò che non funziona, così viene spesso narrata l’Italia e così facciamo un danno al Paese. Io conosco molti più anziani che sono andati a giocare a bocce senza mascherina che giovani che non hanno rispettato le norme sul distanziamento. Io credo che i giovani siano stati e siano dei piccoli eroi moderni perché vivono in questa epoca complicata. Avete fatto un lavoro incredibile, siete rimasti uniti, avete svolto le lezioni da remoto che è una pratica molto alienante. Dovremmo perciò essere in grado di raccontare i ragazzi in una maniera diversa e di valorizzarvi molto di più”.

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