Racket e usura: uno studio della Bocconi su Fondo di solidarietà. Lamorgese (min. Interno), “le istituzioni intercettino le esigenze dei cittadini prima della criminalità”

“Il numero di richieste di accesso al Fondo di solidarietà per le vittime di racket e usura non corrisponde al numero delle denunce, anche a causa del fatto che spesso chi si rivolge al Fondo al momento di denunciare non ne conosce ancora l’esistenza”. Il dato emerge dallo studio realizzato dall’Università Bocconi di Milano in collaborazione con il commissario straordinario del governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura, presentato questa mattina in videoconferenza dalla prefettura di Milano.
Si tratta di un focus sull’esperienza ventennale del Fondo, nato da un’idea del magistrato Giovanni Falcone allo scopo di sostenere le vittime per il loro reinserimento nell’economia legale attraverso elargizioni a fondo perduto alle vittime di racket e prestiti decennali a interesse zero alle vittime di usura, misure di ristoro commisurate entrambe ai danni patrimoniali e personali subiti.
Uno studio “che assume particolare importanza nel periodo drammatico che viviamo”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, con un intervento da remoto, riferendosi all’emergenza sanitaria da Covid-19 e alla crisi economica che ne è derivata, con la conseguente “forte domanda di liquidità da parte di famiglie e imprese” che possono, se non percepiscono un’altrettanto forte presenza dello Stato, “rivolgersi a quel mondo sommerso pronto ad offrire soluzioni apparenti a tutti i problemi, infiltrandosi e inquinando l’economia legale”.
Per questo, ha aggiunto il ministro, “le istituzioni devono saper ascoltare e intercettare le esigenze dei cittadini prima che la criminalità organizzata” possa “intervenire a soddisfarle come una sorta di welfare alternativo”. In quest’ottica il Fondo di solidarietà si conferma “fondamentale e concreto strumento di sostegno ai cittadini che si ribellano al racket e all’usura”. Una più ampia diffusione della sua conoscenza unita a un suo ancora migliore funzionamento possono “concorrere a vincere la diffidenza nei confronti delle Istituzioni che è tra le cause della scarsa propensione delle vittime alla denuncia”.
Una rete di solidarietà articolata tra istituzioni, Forze dell’ordine e associazioni; l’emersione del sommerso, un più facile accesso al credito legale e anche l’appello al senso civico dei cittadini possono contribuire a valorizzare il ruolo del Fondo che – come emerge dallo stesso studio della Bocconi, conclude il ministro – rimane fondamentale.

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