Coronavirus Covid-19: Iss, “il vaccino protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero”. Alcune cose da sapere

“La vaccinazione anti-Covid-19, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati. Attualmente sappiamo che la vaccinazione anti-Covid-19, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia”. A precisarlo è l’Istituto superiore di sanità in una nuova Faq sui vaccini pubblicata, ieri, sul suo portale. “È quindi possibile ed atteso – spiega l’Iss – un limitato numero di casi di infezione, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi anche tra i vaccinati, in numero estremamente più basso se confrontati a quelli che si verificano tra i soggetti non vaccinati”.
“Con l’aumentare della copertura vaccinale decresce il numero dei casi proprio per l’efficacia della vaccinazione: questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi; in gruppi di popolazione con una copertura vaccinale altissima, la maggior parte dei casi segnalati si potrebbe così verificare in soggetti vaccinati, solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati”, spiega ancora l’Istituto mettendo in guardia dal “paradosso, atteso e ben conosciuto, che bisogna saper riconoscere per evitare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione”.
I sistemi di sorveglianza, inoltre, “non rendono evidenti i casi di malattia evitati dalla vaccinazione ma fanno emergere solo quelli che si ammalano malgrado la vaccinazione”.
Il vaccino, quando somministrato con l’intero ciclo, “è efficace a proteggere la popolazione. Tuttavia – conclude l’Iss -, va ricordato che più il virus circola, ad esempio, per una copertura vaccinale non ottimale in tutte le fasce di età e/o per il non rispetto delle restrizioni, maggiore è il rischio che il virus venga trasmesso a soggetti a rischio di malattia severa anche se vaccinata e favorire il fenomeno della comparsa di nuove varianti.

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