Commissione europea: Stato di diritto, in Italia bene proposte di riforme, ma lentezze del Parlamento. Alto rischio di corruzione dopo pandemia

Le riforme in cantiere per il sistema giudiziario italiano, come i disegni di legge per lo snellimento delle procedure civili e penali, la digitalizzazione e i piani per espandere le risorse umane “sono particolarmente importanti per affrontare le gravi sfide legate all’efficienza del sistema giudiziario, compresi gli arretrati e la durata dei procedimenti”. Lo si legge nella Relazione sullo Stato di diritto per quanto riguarda l’Italia, pubblicata oggi dalla Commissione europea. La riforma del Consiglio superiore della magistratura deve “tener conto delle raccomandazioni del Consiglio d’Europa”, si legge ancora. Se gli strumenti a disposizione per reprimere la corruzione sono considerati “generalmente sufficienti”, mancano però “risorse, esperienza e competenze legali” per contrastare la corruzione straniera. Si segnalano la lentezza del Parlamento nel decidere le riforme per snellire le procedure penali, come anche le proposte legislative contro la corruzione, e i conflitti di interesse. Nel Rapporto si dice anche che pandemia “ha aumentato significativamente il rischio di corruzione e reati legati alla corruzione per infiltrarsi ulteriormente nell’economia legale italiana”. Rispetto all’ambito dei media, vengono evidenziate criticità: la sospesa riforma delle procedure sulla diffamazione e “l’indipendenza dalla politica dei media italiani, in particolare nel settore audiovisivo”, numerosi attacchi fisici, minacce di morte, intimidazioni contro i giornalisti. Sul punto dei “check and balances” si segnala la proposta di legge per rafforzare il ruolo del Parlamento durante le situazioni di emergenza e “leggeri miglioramenti” sull’uso delle consultazioni pubbliche e delle valutazioni di impatto ex post delle normative che però “non sono ancora applicate sistematicamente”. Si parla anche della proposta di legge per istituire un organismo indipendente per i diritti umani, così come “alcuni progressi sulla legislazione sulle organizzazioni della società civile che si occupano di migranti” e in particolare delle operazioni di ricerca e salvataggio in mare. Ma “le preoccupazioni permangono in un contesto generale in cui la gestione della migrazione nell’Ue è impegnativa”.

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