Perù: anche la Conferenza episcopale aderisce al “proclama di cittadinanza” che chiede ai candidati al ballottaggio un giuramento su democrazia, diritti e lotta al Covid-19

La Conferenza episcopale peruviana (Cep) ha sottoscritto il “proclama di cittadinanza” promosso da alcuni organismi civici, partecipativi e religiosi, nei quali si chiede ai due candidati alla presidenza della Repubblica, che si sfideranno al ballottaggio del prossimo 6 giugno. Oltre alla Cep, l’appello è stato sottoscritto dall’associazione civica Trasparencia, dall’Unione delle Chiese evangeliche del Perù e dal Coordinamento nazionale dei diritti umani. Il documento riflette la preoccupazione della società civile peruviana di fronte a un ballottaggio che mette a confronto due posizioni estreme, la sinistra di Pedro Castillo, e la destra di Keiko Fujimori, figlia del dittatore Alberto. Entrambi, negli ultimi mesi, hanno criticato le chiusure e le restrizioni del Governo presieduto dall’attuale presidente, Francisco Sagasti.
Il proclama chiede ai candidati un giuramento sul fatto che faranno i messimi sforzi per affrontare e vincere la pandemia, attraverso una strategia che abbia base scientifica, che garantiranno il diritto alla vita e i diritti umani di ciascuno, che non cercheranno di cambiare la Costituzione per farsi rieleggere, che rispetteranno l’indipendenza e l’equilibrio tra poteri, che assicureranno la libera associazione di sindacati, associazioni, ordini professionali e Ong, che lotteranno contro la corruzione, che rispetteranno i trattati internazionali firmati dal Perù, che provvederanno a una più equilibrata distribuzione delle risorse.
Nel suo intervento, Miguel Cabrejos ha sottolineato “la necessità imperativa che chiunque venga eletto presidente della Repubblica nel secondo turno elettorale del 6 giugno si impegni fermamente nelle priorità urgenti del Paese, colpito dalla pandemia”. A tal proposito chiede che il nuovo presidente si impegni “alla costruzione di un Perù, democratico, giusto, fraterno, solidale, pacifico, rispettoso della libertà, difensore della vita e del bene comune, della natura e dei grandi poveri e popolazione vulnerabile, membro attivo della comunità internazionale, in questo territorio benedetto dal Creatore con grande diversità”.
Pochi minuti dopo la diffusione dell’appello, Pedro Castillo ha annunciato la sua adesione all’appello, e anche la sua contendente Keiko Fujimori, dopo una riflessione di oltre 24 ore, ha posto la sua firma sul testo.

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