Mcl Sicilia: mons. Mogavero (Mazara del Vallo), “il Papa ci vuole far uscire da un vocabolario che sa troppo di sacrestia”

“I giovani di oggi sono il fallimento di noi adulti. Chiediamoci qual è stata la nostra responsabilità e la nostra posizione in termini educativi? E quali le responsabilità familiari nella formazione ai valori?”. Lo ha detto mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo, nel suo intervento alla riunione del consiglio regionale del Movimento cristiano lavoratori della Sicilia, che si è tenuta sabato 8 maggio a Castelvetrano. Un appuntamento che rientra nell’ambito delle numerose iniziative messe in campo dal Mcl in preparazione della 49ª Settimana sociale dei cattolici italiani. Il presule ha rivolto un forte appello a tutti i cattolici, tanto più in vista della Settimana sociale del prossimo ottobre a Taranto, a “riconciliarci con Papa Francesco”. Il vescovo ha definito “strano” che “un Papa che tutto il mondo vede come punto di riferimento, che viene riconosciuto quale leader con un forte seguito, trovi invece nel mondo cattolico un’accoglienza spesso fredda, se non addirittura in opposizione”. “Il Papa ci sta insegnando (anche se spesso noi siamo sordi) ad acquisire una nuova grammatica, una nuova sintassi, un nuovo vocabolario: ci parla di transizione ecologica, di ecologia integrale, ci vuole far uscire da un vocabolario che sa troppo di sacrestia, ed è un fatto estremamente stimolante acquisire dimestichezza con questi nuovi linguaggi per poter parlare a tutti, anche ai nostri giovani”.
Quindi, ha concluso mons. Mogavero: “Lasciamoci ammaestrare dalle parole di Papa Francesco come ‘prendersi cura’, ‘relazionarsi’: sono messaggi sintetici ma che ci rimandano subito alla vita vera. Sono modelli di relazioni sane, redente”. “Noi, tutti insieme, nel Mcl, ci stiamo impegnando in un percorso di formazione che vogliamo ci accompagni alla Settimana Sociale di ottobre con una nuova consapevolezza – ha detto il presidente nazionale, Antonio Di Matteo –. Vogliamo vivere questa esperienza in maniera concreta: lo vogliamo fare per noi ma anche per condividere il nostro percorso con il variegato mondo cattolico. L’interrogativo che ci poniamo è: cosa ne sarà della Settimana Sociale da novembre in poi? Questa deve essere per noi l’occasione per elaborare proposte, per sperimentare ‘dal basso’ una comunione di idee, di valori, di progetti”.

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