Domenica delle Palme: mons. Perego (Ferrara), “la fede è un cammino con Gesù fino sotto la Croce”

“La fede non è un sentimento di un giorno, la partecipazione a una liturgia, la conoscenza di alcune verità, un gesto di bontà: la fede è un cammino con Gesù fino sotto la Croce. L’Eucaristia è reale per noi quando ci attrae a sé in questo cammino di fede”. Lo ha affermato ieri l’arcivescovo di Ferrara-Comacchio, mons. GianCarlo Perego, durante la messa che ha presieduto nella Basilica di Santa Maria in Vado nella Domenica delle Palme che ha coinciso con l’inizio del Giubileo per li 850 anni del miracolo eucaristico di Ferrara.
“Il miracolo eucaristico che in questo luogo avvenne il 28 marzo 1171 – quando l’Ostia è diventata carne e il vino sangue di Cristo che è arrivato con i suoi fiotti sulle mani del sacerdote, dei fedeli e sulla volta della piccola chiesa -, ha ricordato nei secoli e ricorda a noi oggi che possiamo con i nostri sensi percepire realmente la presenza di Gesù, morto e risorto, oggi come ieri e per sempre”, ha spiegato l’arcivescovo. “Gesù Servo ha voluto continuare ad essere vicino a noi, incontrarci sacramentalmente, con le sue parole e i suoi gesti, nei diversi momenti della nostra vita”, ha proseguito mons. Perego, ammonendo: “Tanto più la Chiesa è ‘Serva’ di questa presenza del Signore, tanto più cammina, cresce, si rinnova”. “Il miracolo eucaristico di Ferrara – ha continuato – ci ricorda che quando noi dubitiamo di questa presenza reale, si rompe la comunione, la verità è dimenticata e tradita, ai sentimenti di Gesù subentrano i nostri sentimenti che talora non traducono lo stile di servizio del Maestro, ma l’egoismo, l’individualismo, il formalismo, il tradizionalismo”. “Nell’Eucaristia deve continuamente sentirsi viva la Passione di Gesù che abbiamo ascoltato dalle parole di Marco, preparata da quel bellissimo episodio nella casa di Simone, a Betania, dove una donna versa il suo profumo prezioso sul capo di Gesù: non uno spreco, ma un dono e un servizio”, ha aggiunto: “I giorni della Passione sono preparati da una cena pasquale in cui Gesù” disse “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”. “In questo santuario – ha osservato mons. Perego – è rimasto il segno di ‘questo sangue dell’alleanza’. È un segno impegnativo che ci chiede di non tradire Gesù, come Giuda nel Vangelo e i tanti Giuda della storia, nostri fratelli, di non insultarlo come alcuni sul Calvario, ma di seguirlo nell’abbandono al Padre, nel dono della vita ai fratelli. Il sangue di Gesù, insieme al sangue di tanti Santi e martiri di ieri e di oggi, ai tanti testimoni della fede di ogni giorno ci ricorda che la fede e l’obbedienza a Dio impegna la vita, chiede talvolta anche la vita”.

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