Bangladesh: p. Zanchi (missionario), “provati dal virus, aiutate famiglie soprattutto di vedove”

“Stiamo concludendo il programma pastorale quaresimale nei villaggi in preparazione della Santa Pasqua: una breve presentazione della liturgia quaresimale, celebrazione penitenziale e la Messa. Come sempre, buona è stata la partecipazione dei nostri cristiani”. Lo scrive padre Gianni Zanchi, missionario dal Bangladesh, nella missione di Suihari (Dinajpur), in una lettera ai cremaschi, pubblicata dal Nuovo Torrazzo. Il missionario descrive una realtà locale “provata dal Covid-19” e dalle conseguenze economiche. Come anche gli studenti: “Il 14 marzo i ragazzi/e dei nostri due Ostelli sono tornati in missione perché il 30 marzo dovrebbe ricominciare la scuola. Il condizionale è obbligatorio, perché purtroppo sta riprendendo forte la diffusione del Coronavirus”.
La speranza è quella di “poter continuare la scuola all’interno della nostra missione per i nostri due Ostelli, dato che i ragazzi/e sono stati a casa per quasi un anno”. “La scuola ha funzionato nei mesi scorsi soltanto con consegna di moduli agli studenti da utilizzare a casa. La classe decima e il College hanno organizzato la scuola online, ma quanti studenti, specie dei villaggi, hanno potuto usufruire di questa opportunità?”, si chiede p. Zanchi. Con gli aiuti giunti missionari hanno aiutato per il cibo 372 famiglie, soprattutto di vedove, e famiglie numerose; per l’assistenza sanitaria (visita dal dottore, operazioni chirurgiche, compera medicine…) 132 persone; per la scuola/studio 149 studenti. “Anche in questo tempo di Covid con grande sacrificio ci avete garantito il vostro affetto e la vostra solidarietà che ci hanno permesso di portare sollievo e conforto a tante famiglie e persone”.

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