Anoressia: Zanna (Osp. Bambino Gesù), “punta dell’iceberg di una profonda sofferenza interiore”. “Attenzione ai social”

Sempre più diffusa e con esordio sempre più precoce: negli ultimi tempi si è registrato un abbassamento dell’età fino agli 8/9 anni, ma l’anoressia “è la punta dell’iceberg di una sofferenza più profonda”. Per questo, oltre che sulle restrizioni alimentari, spiega in un’intervista al Sir la neuropsichiatra Valeria Zanna, responsabile del Centro per l’anoressia e i disturbi alimentari dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù, “occorre intervenire sul disagio emotivo sottostante. Si può guarire, ma è fondamentale una diagnosi precoce”. In Italia i disturbi alimentari – soprattutto anoressia nervosa – riguardano più di tre milioni di persone, di cui il 96% donne e il 4% uomini.
Oggi ricorre la decima Giornata nazionale del fiocchetto lilla, istituita nel 2012 per diffondere la consapevolezza su questa malattia che, spiega la dottoressa, “è solo la punta dell’iceberg di una sofferenza interiore estremamente importante” e colpisce adolescenti molto simili tra loro: ragazzine “perfette” che “non hanno mai dato problemi; timide, introverse e con una socialità piuttosto inibita, che spesso nascondono una profonda insicurezza dietro prestazioni scolastiche ad altissimo livello e hanno difficoltà a sbocciare nell’età evolutiva”. I cambiamenti fisici legati alla pubertà – oggi sempre più precoce –, il diffuso impiego dei social anche tra le bambine, “che propongono modelli di bellezza irraggiungibili e nei quali i like fanno spesso riferimento all’immagine”, i commenti inconsapevoli dei genitori, “insoddisfatti del proprio corpo”, portano le bambine già alle elementari a confrontarsi e in alcuni casi a vergognarsi del proprio aspetto fisico. “Tutti noi siamo esposti a queste sollecitazioni, ma si ammala solo chi ha i fattori predisponenti di cui parlavo prima”, chiarisce l’esperta mettendo tuttavia in guardia i genitori: i social “possono costituire una grandissima fonte di induzione al disturbo, anche nei più piccoli. Penso all’influenza disastrosa di TikTok: occorre che i genitori siano consapevoli e vigili”.

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