Cei: “vivremo un decennio interamente sinodale”. “Al popolo di Dio l’incarico di redigere gli Orientamenti pastorali”

“Ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, l’organizzazione delle nostre società e soprattutto il senso della nostra esistenza”. È l’impegno assunto dalla Chiesa italiana per il Cammino sinodale, cui è dedicato il Messaggio diffuso oggi dalla Cei. Il biennio iniziale (2021-2023) – si ricorda nel testo – sarà completamente dedicato alla consultazione di tutti coloro che vorranno partecipare: alle celebrazioni, alla preghiera, ai dialoghi, ai confronti, agli scambi di esperienze e ai dibattiti. “Più che attendersi ricette efficaci o miracoli dal documento sinodale finale, che pure si auspica concreto e coraggioso – scrivono i vescovi – siamo certi che sarà questo stesso percorso di ascolto del Signore e dei fratelli a farci sperimentare la bellezza dell’incontro e del cammino, la bellezza della Chiesa”. “Sarà un evento – assicurano i presuli – nel quale le nostre comunità cercheranno di porsi ‘in uscita’, favorendo la formazione di gruppi sinodali non solo nelle strutture ecclesiali e negli organismi di partecipazione (consigli presbiterali e pastorali), ma anche nelle case, negli ambienti di ritrovo, lavoro, formazione, cura, assistenza, recupero, cultura e comunicazione”. Gli operatori pastorali, coordinati dai presbiteri e diaconi, con i supporti che provengono dalle diocesi, dalle circoscrizioni regionali e dalla Cei, “sono invitati a porsi al servizio di questa grande opera di raccolta delle narrazioni delle persone: di tutte le persone, perché in ciascuno opera in qualche misura lo Spirito; anche in coloro che noi riterremmo lontani e distratti, indifferenti e persino ostili”. “Nel primo anno (2021-22) – si legge ancora nel messaggio – vivremo un confronto a tutto campo sulla Chiesa, percorrendo le tracce proposte dal Sinodo dei Vescovi; nel secondo anno (2022-23), come già chiese il Papa a Firenze, ci concentreremo sulle priorità pastorale che saranno emerse dalla consultazione generale come quelle più urgenti per le Chiese in Italia. Prima ancora dei documenti, sarà questa stessa esperienza di ‘cammino’ a farci crescere nella ‘sinodalità’, a farci vivere cioè una forma più bella e autentica di Chiesa”. La fase successiva sarà quella “sapienziale”, “per ritornare sulle narrazioni ed esperienze raccolte, riflettervi insieme anche con l’aiuto degli esperti, e giungere nel 2025 ad alcune decisioni finali” da consegnare al Santo Padre, cui spetta la parola decisiva. Nella seconda metà del decennio, infine, è prevista “la restituzione degli orientamenti sinodali alle nostre Chiese, dalle quali provengono, per una approfondita recezione, che dovrà essere ugualmente capillare e richiederà dei momenti di verifica”. “Vivremo così un decennio (2021-30) che vorrebbe essere interamente sinodale”, la conclusione del Messaggio: “Per questo i vescovi italiani, su impulso di Papa Francesco, hanno deciso, anziché redigere gli orientamenti pastorali da studiare e tradurre in pratica nelle comunità cristiane, di affidarne la costruzione all’intero popolo di Dio (del quale fa parte anche il magistero), mantenendo al centro del decennio – in corrispondenza del probabile Giubileo del 2025 – la convocazione nazionale, nella modalità che si chiarirà strada facendo”.

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