Migranti: card. Ouellet, “indifferenza davanti alle migliaia di vittime che il mare ha sepolto per mancanza di apertura dei porti è un’infamia”

“L’indifferenza davanti alle migliaia di vittime che il mare ha sepolto per mancanza di apertura dei porti è un’infamia”: lo ha detto il card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi, durante la messa celebrata a Civitavecchia il 16 settembre in occasione del 150° anniversario dell’istituzione della locale Capitaneria di porto. “Un porto è un simbolo di speranza e pace per i viaggiatori migranti o rifugiati che in tutti i tempi hanno attraversato il mare per approdare ad una terra desiderata, sognata o soltanto cercata per la sopravvivenza” ha detto il prefetto nell’omelia, il cui testo è pervenuto oggi al Sir. “Un porto è anche un simbolo di umanità, d’incontro, un crogiuolo di culture e di scambi che richiedono accoglienza, paternità, compassione, ma anche vigilanza, per garantire l’ordine pubblico e la pace per tutti i cittadini locali o di passaggio”. “Questo porto monumentale di Civitavecchia – ha ricordato il cardinale – conserva nella sua memoria storica tanti eventi e operazioni di successo, ma nella memoria viva della gente di questi luoghi rimangono soprattutto i fatti legati alla carità offerta e ricevuta. Le distruzioni dei bombardamenti del 1943 sono state un’infamia, ma lo è anche l’indifferenza davanti alle migliaia di vittime che il mare ha sepolto per mancanza di apertura dei porti”. Il prefetto ha inoltre menzionato “il servizio specifico svolto dalla Capitaneria di porto, un servizio pubblico vitale e complesso, soprattutto nelle circostanze attuali di spostamenti continui e talvolta di sfruttamento di popolazioni e rifugiati, nonché di spaccio di merci proibite. Le Autorità portuali, pur contrastando la malavita e garantendo la pace secondo la legge, non possono ignorare il dovere di umanità e di soccorso nei confronti di chi ha veramente bisogno. Nonostante esistano criminali e sfruttatori, non deve venir meno l’obbligo del discernimento e non è giustificabile un rifiuto a priori dell’accoglienza ai rifugiati del mare”. “Questo esercizio della carità cristiana nei confronti dei bisognosi più vulnerabili del Pianeta, i rifugiati e i migranti – ha detto il card. Ouellet ricordando il magistero di Papa Francesco – sarà ricompensato all’Europa al tempo di Dio. Che la grandezza culturale dell’Italia sia sempre pareggiata o superata dalla sua grandezza umana e spirituale come culla del Cristianesimo e garante della sua autorevolezza per la pace del mondo”.

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