Argentina: la denuncia dell’arcivescovo di Rosario, “violenza cieca del narcotraffico, società malata“

Un allarme contro la “violenza cieca del narcotraffico” è stato lanciato in una riflessione, pubblicata sul sito dell’arcidiocesi, dall’arcivescovo di Rosario, mons. Eduardo Eliseo Martín, in seguito all’escalation dei fatti si sangue, che nei giorni scorsi non ha risparmiato neppure una bimba di 18 mesi, colpita durante una sparatoria. “La società è malata”, avverte l’arcivescovo, secondo il quale questa violenza emerge da “una società che ha iniziato a considerare naturale il consumo di sostanze stupefacenti e non ha lavorato nella prevenzione e nell’assistenza delle persone che ne soffrono”. “Da anni sembra che ci sia una legalizzazione di fatto del traffico di droga, che ha un proprio sistema finanziario, e con un’organizzazione criminale superiore a quella a disposizione dello Stato per rispondere”. Quotidianamente, denuncia il presule, “si eliminano vite, anche naturalizzando la morte”. Così mons. Martín si chiede: “quali politiche pubbliche risolute e coraggiose vengono applicate per porre rimedio a questo flagello? I confini del Paese sono tracciati? Il commercio di armi è controllato? Vengono indagati i canali finanziari attraverso i quali vengono convogliate le enormi somme di denaro generate dal traffico di droga?”.
All’appello alla conversione dell’arcivescovo si aggiunge un’ulteriore riflessione diffusa ieri dall’Azione cattolica dell’arcidiocesi, che denuncia l’esistenza di una società “malata di violenza”, come viene dimostrato da precisi sintomi: “assistiamo a sparatorie, rese dei conti, crimini, atti violenti, esplosioni e rapine a mano armata quasi ogni giorno”. L’associazione laicale sprona a reagire e ricorda che “ciascuno del proprio ambiente può e deve essere un costruttore di pace”.

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