Scuola: p. Denora (Ist. Gonzaga di Palermo), “la crisi l’ha riscoperta come luogo di speranza e può servire a rilanciare un grande sogno condiviso sull’educa­zione”

Tra speranza e preoccupazioni, dopo i tre mesi di “didattica a distanza” (Dad) resi necessari dalla pandemia, è ripartito il mondo della scuola in presenza. “Nel tempo estivo si sono moltiplicati gli interventi sulle misure da adottare per il rientro scolastico: si è discusso di mascherine, distanze, banchi, nuove assunzioni… In tutto questo l’aspettativa di ritrovare una scuola ‘nuova’ che sappia fare tesoro della crisi e della didattica ‘improvvisata’ durante il lockdown si è un po’ scontrata con prospettive di più piccolo cabotaggio”, scrive .p. Vitangelo Carlo Maria Denora, direttore dell’Istituto Gonzaga di Palermo, in un articolo pubblicato nel quaderno 4086 de “La Civiltà Cattolica” in uscita sabato 19 settembre, ma come di consueto anticipato al Sir.
L’autore invita ad una riflessione su quel tempo, mettendo in luce i possibili insegnamenti per il futuro della scuola: “A parte i doverosi correttivi che la situazione impone, si sente forte anche nella scuola il rischio dell’oblio su quello che l’emergenza ci ha detto. Eppure la crisi ha rivelato o ‘svelato’ tanto della scuola, da un lato riscoprendola come luogo di speranza e di futuro di tutta la società, e dall’altro mettendola in discussione soprattutto nelle sue disattenzioni e rigidità”. Secondo p. Denora, questa riflessione può servire a rilanciare “un grande sogno condiviso sull’educa­zione “dal quale emerga “un’idea forte di scuola, collegata al cambiamento della persona, capace di abitare con più sobrietà e solidarietà la nostra casa comune, e cambiare il mondo”; e “un’innovazione didattica profonda, centrata sull’alunno e sul suo percorso di crescita integrale”.

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