Coronavirus Covid-19: Salesiani, in Etiopia contagi vicino quota 70.000. Religiosi in campo per fronteggiare la pandemia

Prosegue l’impegno dei Salesiani in Etiopia dove i casi di Covid-19 crescono rapidamente ogni giorno e si avvicinano a raggiungere quota 70.000, con oltre mille morti confermati dall’inizio della pandemia. L’Oms ha inserito l’Etiopia tra i 13 Paesi africani maggiormente a rischio per la diffusione di coronavirus. Uno dei settori che maggiormente ha risentito della presenza e diffusione del virus è il sistema educativo. La pandemia – riferisce l’agenzia salesiana Ans – ha portato alla chiusura di scuole e università, a partire da marzo 2020. Questa situazione ha messo le autorità, il ministero dell’Educazione, gli istituti, i genitori e gli studenti in una situazione senza precedenti. Sono più di 26 milioni i giovani e i bambini che non possono frequentare la scuola. Il ministero afferma che sta studiando le condizioni per riaprire le scuole, ma che non è ancora stata trovata una soluzione. Basti pensare che le scuole etiopi accolgono mediamente tra i 50 e i 60 studenti in una sola classe. Di conseguenza, è molto difficile mantenere la distanza sicurezza tra gli studenti, dato che un solo banco viene generalmente condiviso tra 2-3 ragazzi. Per questo motivo restano chiusi tutti gli edifici scolastici, compresi quelli salesiani. I centri di formazione professionale, al momento, stanno valutando di ripartire, accogliendo soltanto un numero limitato di studenti. In questi mesi, le risorse messe a disposizione dai salesiani sono state investite anche per l’acquisto e la distribuzione di beni di prima necessità, come materiali sanitari, razioni di cibo, contenitori per l’acqua, vestiti e coperte. Inoltre, sono stati numerosi i programmi di sensibilizzazione per aumentare tra la popolazione la consapevolezza sul virus e sui rischi che esso comporta. Alla lotta contro il Covid-19 stanno prendendo parte i salesiani di tutte le comunità presenti in Etiopia, insieme alle religiose cappuccine e orsoline, e a diversi laici collaboratori nella missione.

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