Coronavirus Covid-19: Cei, al via una “Rete che ascolta” per famiglie in difficoltà. Padre Vianelli, “lavoro di squadra per aiutarle a ripartire”

Parte oggi una “Rete che ascolta”, il “pronto intervento famiglie” della Chiesa italiana, network di 63 consultori con oltre 300 operatori disseminati su tutto il territorio nazionale per accogliere i bisogni dei nuclei familiari provati dall’emergenza pandemia e aiutarli a ripartire. Da oggi è attivo il numero nazionale 0681159111 e, per le persone con disabilità, l’indirizzo e-mail pastoraledisabili@chiesacattolica.it. Coordinamento nazionale e sinergia le parole d’ordine del neonato progetto targato Cei. “Un lavoro di squadra” che ha l’obiettivo di “ascoltare i bisogni delle famiglie messe in difficoltà dalla crisi legata all’emergenza Covid-19, aiutarle e sostenerle in questa difficile fase di ripartenza”, spiega in un’intervista al Sir padre Marco Vianelli, responsabile Ufficio nazionale per la pastorale familiare, che ne è il coordinatore. A promuovere l’iniziativa sono infatti l’Ufficio Cei guidato da p. Vianelli, il Servizio nazionale per la pastorale delle persone con disabilità e la Caritas italiana che mette a disposizione i suoi circa 3.600 centri d’ascolto, in collaborazione con la Conferenza dei consultori familiari di ispirazione cristiana (Cfc) e l’Unione consultori italiani prematrimoniali e matrimoniali (Ucipem). L’idea nasce in particolare dal progetto di un paio di consultori siciliani di una piattaforma che, “garantendo la privacy degli interlocutori, potesse essere spazio di ascolto, counseling e accompagnamento”, spiega Vianelli. Ne segue una riflessione condivisa e un progetto che dapprima vede il coinvolgimento del Servizio per la pastorale delle persone con disabilità e in un secondo tempo della Caritas. Una volta ascoltate le problematiche delle famiglie, o si trova una soluzione in questa sede d’ascolto, oppure vengono rinviate, secondo i diversi bisogni, ai consultori vicini in zona, alla Caritas o al Servizio per le persone con disabilità. Diverse le esigenze: problemi relazionali acuiti dalla reclusione; bisogni di tipo economico e necessità di un piccolo aiuto finanziario o di conoscere le procedure di accesso ai fondi governativi; grandi difficoltà e fatiche delle famiglie con persone disabili. L’auspicio di p. Vianelli è arrivare ad una piattaforma nazionale con un numero verde.

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