Conflitto israelo-palestinese: Oxfam, “condanniamo ogni forma di annessione. Comunità internazionale rifiuti future tappe del piano”

“Forte preoccupazione” è stata espressa da Oxfam rispetto all’annuncio dell’annessione illegale da parte di Israele di territori della Cisgiordania, che avrebbe dovuta essere votata oggi dal Parlamento israeliano. Il premier israeliano Netanyahu, infatti, avrebbe lasciato intendere che il progetto di annessione non avverrà nei tempi previsti. “Condanniamo con forza ogni forma di annessione e chiediamo alla comunità internazionale di rifiutare le future tappe del piano – afferma Paolo Pezzati, policy advisor per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia -. Se troverà un’effettiva attuazione, ciò implicherà il tradimento di milioni di palestinesi da parte della comunità internazionale, sarebbe una palese violazione dei più elementari principi del diritto internazionale. Se l’annessione avverrà oggi, domani o nei prossimi giorni in modo graduale o a scaglioni non ha importanza, comunque significherà per i palestinesi vivere in un limbo indefinito. Significherà dover subire leggi discriminatorie, raid, separazioni familiari, accesso limitato a servizi essenziali, moltiplicazione dei checkpoint, muri e fili spinati, ulteriore limitazione della libertà di movimento e infine una condizione di povertà. È una vergogna che i leader mondiali abbiano fatto così poco per concedere ai palestinesi la speranza di una vita fatta di libertà, pace e dignità”.
“Così le comunità palestinesi rischiano di diventare enclave isolate – continua Pezzati -. L’annessione delle terre fertili della Valle del Giordano in particolare renderebbe impossibile l’esistenza di uno Stato palestinese autosufficiente. Le conseguenze di un atto illegale e dannoso – deve essere chiaro – saranno drammatiche se Israele non desisterà”. Da Pezzati anche una stoccata all’Italia: “Ci saremmo aspettati di più. Il premier Conte, a differenza di altri suoi colleghi europei, non ha preso una chiara e ferma posizione e non ha risposto neppure alla lettera-appello firmata da 70 parlamentari italiani, mentre il Parlamento non ha discusso e votato nessun atto di indirizzo. In questo scenario le parole del ministro Di Maio, pronunciate alla Camera qualche giorno fa, rappresentano davvero il minimo sindacale. Oggi insieme ad altre organizzazioni della società civile incontreremo il nuovo inter-gruppo parlamentare per la pace in Medio Oriente, l’auspicio è che serva concretamente ad una presa di posizione più forte da parte dell’Italia in sede europea ed internazionale”.

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