VatiVision: mons. Viganò (Pas), “nuova solidità non di forma ma di sostanza”. Ruffini (DpC), “progetto importante”. Corrado (Cei), “nuova linfa a progetti locali e nazionali”

“In una stagione dell’evoluzione umana che vede un intreccio stretto con lo sviluppo della comunicazione digitale e in cui la diffusione dei contenuti liquidi soppianta la solidità dei messaggi, si è alla ricerca di una nuova solidità non di forma ma di sostanza. Oggi più che mai deve avvenire, nella trasmissione di contenuti valoriali ciò che Papa Francesco indica parlando di epoca digitale e delle grandi potenzialità che le nuove tecnologie ci offrono”. Così mons. Dario Edoardo Viganò, vice cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, presentando il nuovo servizio streaming on demand VatiVision di contenuti di carattere culturale, artistico e religioso ispirati al messaggio cristiano che sarà disponibile dall’8 giugno. Per Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede, “oggi più che mai sentiamo il bisogno di trovare luoghi dove trovare e condividere il bene, il bello. Luoghi dove ritrovarsi. Luoghi che sentiamo affini. Per questo credo che progetti come quello di VatiVision siano importanti. Perché offrono una piattaforma di condivisione a chi cerca ancora un senso, una prospettiva. E in questo modo ridà valore alle cose, le fa rivivere; in questo caso riscatta i prodotti multimediali dal paradigma dell’usa e getta. Per questo penso che un progetto di piattaforma di distribuzione multimediale caratterizzato dalla verticalità di offerta possa senz’altro rispondere ad un’esigenza molto diffusa: quella di poter accedere a contenuti di qualità e di spessore valoriale altrimenti introvabili, dispersi, dimenticati”. Infine Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, si è soffermato sul nome stesso del progetto che svela l’obiettivo profondo che sta alla sua origine: “‘Vision’ rimanda alla natura profonda dell’iniziativa. Non è una semplice osservazione ma una convergenza di sguardi che liberano l’orizzonte. La visione di audiovisivi, infatti, suscita interessi, emozioni, liberando l’essenza dell’essere. Nell’uso della tecnologia emerge una visione, appunto, di senso e di prospettiva capace di dare nuova linfa a progetti locali e nazionali. Anche così si rafforza quel senso di comunità di cui, in questo tempo di emergenza sanitaria, abbiamo sentito grande bisogno”.

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