Diocesi: mons. Savino (Cassano all’Jonio) ai maturandi, “l’esame sia occasione di stupire voi stessi e i professori”

“State per giungere al traguardo del primo lungo percorso di studio che vi ha visto piccoli uomini e piccole donne iniziare un po’ intimoriti per poi crescere e maturare nelle conoscenze e nella vita, sempre più certi di uno scopo oltre che di un’opportunità educativa. Maturità è ancora detto l’esame di Stato che vi permetterà di introdurvi al primo step della vita adulta che da qui in poi vi vedrà diventare ulteriori protagonisti della vostra vita, della vita del mondo e della storia”. Inizia così la lettera che il vescovo di Cassano all’Jonio ha rivolto ai maturandi della sua diocesi aggiungendo un’altra parola che “resta come sottesa, ma che cambierà completamente il vostro stare nella realtà che vi aspetta: responsabilità” che vuol dire “rispondere. A che cosa? Alla realtà che vi provoca. Avreste mai immaginato di arrivare all’agognato e temuto esame finale in questo isolamento forzato e carico di ansie (più temibili di quelle di sottoporsi a valutazione) per il presente e per il futuro? In una forma di ‘didattica a distanza’ che vi ha privato della sperimentazione in aula della suspence del tempo che passa, della preoccupazione di sostenere il compagno più fragile o la vostra stessa debolezza sia umana sia scolastica? Avreste mai immaginato che un invisibile virus avrebbe potuto stravolgere le vostre 2 abitudini e farvi rimpiangere quel luogo tante volte temuto e altrettante volte bigiato per insicurezza o per noia? Cosa può dirvi tutto questo? Che la vita è un dono non possedibile e continuamente nuovo”. Mons. Savino invita a guardare a questo cambiamento “non come ad un ostacolo, ma come ad una possibilità di sviluppare la creatività e la speranza. Anche il vostro esame non sia un’accettazione passiva di un dovere da compiere o di una pena da scontare, ma piuttosto l’occasione di stupire voi stessi e i vostri professori, argomentando il sapere e ancora di più la vita che in questo sapere si è introdotta con veemenza, ma anche col giusto senso di provocazione che la realtà impone”.

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