Aggressione troupe tv: don Stamile (Libera Calabria), “Istituzioni si costituiscano parte civile in eventuale procedimento penale a carico del branco”

“In Calabria non vi è solo la ‘ndrangheta da combattere con ogni mezzo, ma anche quella cosiddetta ‘mentalità mafiosa’ sedimentata da troppo tempo nella mente di alcuni calabresi”. È quanto scrive in un comunicato stampa don Ennio Stamile, referente di Libera per la Calabria, a seguito dell’“atto di violenza perpetrato nei confronti della troupe di Striscia la Notizia andato in onda lunedì 15 giugno” e relativo a un’inchiesta su un presunto episodio di “schilometraggio”.
La vicenda accaduta a San Marco Argentano, che ha coinvolto giornalisti e cameraman “che svolgevano con professionalità il loro mestiere – sottolinea don Stamile – è da condannare non solo dal punto di vista penale, ma anche morale e civile, perché, oltre all’ingiustificabile violenza anche verbale, tende a soffocare uno dei capisaldi della nostra Costituzione che è la libera informazione”. Infatti, aggiunge il sacerdote, “i cittadini hanno il sacrosanto diritto di essere informati maggiormente quando a causa di espedienti truffaldini si offende la loro buona fede che non è consentito a nessuno calpestare”.
Don Stamile, “assieme all’intera rete regionale di Libera Calabria”, fa “appello alle Istituzioni locali e regionali: in casi come questo non basta esprimere solidarietà, ma occorre dare dei messaggi concreti per far comprendere da che parte stanno le stesse Istituzioni, con la costituzione di parte civile nell’eventuale procedimento penale a carico di tutto il branco coinvolto nei gravi fatti di violenza”.

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