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Regno Unito: i vescovi sul piano del governo per uscire dal lockdown, “non riconosce i bisogni spirituali della comunità cattolica”

Photo www.cbcew.org.uk

(Londra) Un documento, quello del primo ministro Boris Johnson per la riapertura delle chiese cattoliche, “che non riconosce i bisogni spirituali e i sentimenti più profondi della comunità cattolica”. Sono parole dure quelle usate dai vescovi di Inghilterra e Galles per commentare il piano del primo ministro britannico per la riapertura delle chiese che saranno chiuse fino al 4 luglio. In un comunicato la conferenza episcopale inglese esprime la propria delusione e la speranza che si possa ritornare a pregare davanti al tabernacolo almeno in forma privata “come primo passo sicuro verso l’apertura definitiva delle chiese”. “La modalità e la tempistica dell’apertura tocca sentimenti e bisogni spirituali profondi”, scrivono i vescovi. “Il documento e le dichiarazioni del governo non riconoscono tutto questo”. Tuttavia la Conferenza episcopale continua la sua collaborazione col governo perché si arrivi all’apertura delle chiese “prima possibile”. Tra i passi intrapresi l’avvio di un gruppo di lavoro che collabori da vicino con i sacerdoti nelle varie parrocchie perché gli edifici non pongano rischi per i fedeli. “Intendiamo anche imparare dall’esperienza degli altri Paesi”, dicono ancora i vescovi. “La Chiesa cattolica ha già garantito un piano completo per la riapertura della chiese in pieno accordo con le linee guida pubblicate dalle istituzioni responsabili per la salute pubblica perché le chiese vengano aperte almeno per le preghiere private dei fedeli”, dice ancora il comunicato.

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