Infermieri: Mangiacavalli (Fnopi), “ci sono sempre ma ne mancano 53mila per una vera assistenza a misura di cittadino”

Oggi, Giornata internazionale dell’infermiere, 200° dalla nascita di Florence Nightingale, madre dell’infermieristica moderna, e giorno clou dell’Anno dell’infermiere proclamato dall’Oms, la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche (Fnopi) ha deciso a causa del Covid-19, per la prima volta nella sua storia, di onorare la ricorrenza del 12 maggio esclusivamente on line. “Non potevamo creare, proprio noi, occasioni di assembramento, né potevamo pensare di lasciare sguarniti i nostri luoghi di lavoro: gli ospedali, le Rsa, il territorio, in questo giorno che pure rappresenta una festa segnata in rosso sul calendario degli infermieri di tutto il mondo”, spiega la presidente Barbara Mangiacavalli. “Gli infermieri ci sono – prosegue –. Lo sanno i cittadini che li riconoscono in questo periodo come unici compagni nei loro momenti di bisogno, sia dal punto di vista clinico che umano, perché per gli infermieri, come recita il Codice deontologico, ‘il tempo di relazione è tempo di cura’”. “Lo hanno dimostrato – e lo stanno dimostrando – nonostante le necessarie tute di contenimento e i tripli guanti di lattice di protezione. Lo sanno le istituzioni, che ne chiedono l’intervento nelle situazioni più gravi, rendendosi finalmente conto della carenza che la Fnopi ormai denuncia da anni e che l’Oms a livello mondiale ancora quantifica in almeno 6 milioni di unità”. In Italia, conclude Mangiacavalli, “ne occorrono 53mila, di cui gran parte sul territorio come infermieri di famiglia/comunità, per una vera assistenza a misura di cittadino”.

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