Brasile: dom Oliveira de Azevedo (presidente vescovi), “non va votata in questo momento la legge sulla distribuzione fondiaria”, ribattezzata legge del “land grabbing”

Dom Walmor Oliveira de Azevedo

Il testo di legge che contiene nuove regole, più favorevoli ai grandi proprietari terrieri, dei possessi fondiari in Brasile, non va votata, tanto più nella situazione di incertezza che si sta vivendo. È questo il parere espresso dal presidente della Conferenza nazionale dei vescovi del Brasile, dom Walmor Oliveira de Azevedo, arcivescovo di Belo Horizonte, rispetto alla possibile votazione, nel Congresso federale, della misura provvisoria 910/19, che modifica le norme per la regolarizzazione del possesso fondiario della Federazione e dell’Istituto nazionale di colonizzazione e riforma agraria (Incra). Il testo scadrà martedì 19 maggio, se non verrà votato dall’Assemblea parlamentare.
Il presidente della Cnbb ribadisce la posizione dell’episcopato che, nel suo dovere cristiano di difendere la vita e in particolare i poveri e il creato, chiede, ancora una volta, di riconoscere che questo è un momento inappropriato per discutere della questione. “È una questione complessa, che coinvolge il patrimonio dell’Unione, le questioni ambientali, il land grabbing e, di conseguenza, la violenza nelle campagne, nonché diversi interessi”, argomenta dom Oliveira.
Non a caso, si fa notare nel comunicato diffuso dal presule, la misura provvisoria 910-19, viene comunemente definita come legge “sull’accaparramento delle terre”, il fenomeno, appunto, del land grabbing. Conclude il presidente della Cnbb: “Confermiamo la nostra disponibilità al dialogo, basata sui principi di Laudato si’ e della Dottrina sociale della Chiesa, e contribuiamo a riflettere su questo importante tema, avendo come obiettivo la protezione dei poveri, della nostra casa comune e la promozione della pace, sempre nella prospettiva di un’ecologia integrale”.

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