Coronavirus Covid-19: Ucoii, “scegliamo di tenere chiuse le nostre moschee” per tutta la durata del Ramadan e la festa di Eid El Fitr

“Rimaniamo chiusi fino a dopo la festa di Eid El Fitr che chiude il Ramadan”. Questa è la scelta presa dalle  comunità islamiche in Italia aderenti all’Ucoii che, in una riunione telematica eccezionale tenutasi domenica, hanno espresso “responsabilmente la loro posizione ritenendo la vita delle persone più sacra delle moschee stesse”, afferma il presidente dell’organizzazione, Yassine Lafram. “Al di là di un eventuale annuncio da parte del Ministero dell’Interno – spiega in una nota -, come Ucoii vorremmo esortare le comunità islamiche di tutta Italia ad adottare la scelta consapevole e dettata dalla prudenza di mantenere le sale di preghiera chiuse fino a quando sarà terminato il Ramadan e la festa di Eid el Fitr”. L’Ucoii, insieme ai rappresentanti dei vari culti in Italia, sta individuando delle linee guida insieme al Ministero dell’Interno per poter riaprire in sicurezza ma – ribadisce Lafram – “riteniamo che sia improbabile organizzare il grande flusso di devoti che durante il Ramadan frequentano i luoghi di culto e che soprattutto durante la festa di fine Ramadan, Eid El Fitr, popolano i locali di preghiera musulmani”. Nel corso di una conferenza zoom che si è protratta fino a tarda notte, i responsabili delle comunità aderenti all’Ucoii hanno così deciso di avviare una riapertura graduale a partire dal 24 maggio, subito dopo la festa di Eid El Fitr. La decisione è stata presa anche considerando il fatto che la comunità islamica in Italia “non gode di grandi tutele da parte dello Stato, non avendo questo ancora stipulato con i musulmani l’intesa” e “questo rende le varie comunità sul territorio ancora più vulnerabili”. L’Unione comunità islamiche d’Italia invita quindi tutte le comunità islamiche aderenti sul territorio nazionale a sospendere “tutte le preghiere e lezioni in moschea fino dopo Eid El Fitr e salvo nuove comunicazioni”; a “non celebrare la preghiera di Eid El Fitr per evitare grandi flussi anche se eseguite all’aperto”; a “prepararsi alla fase successiva dotandosi di tutto il necessario per la prevenzione e la sanificazione”; “a sensibilizzare le proprie comunità sulle nuove regole che verranno adottate”. “Il nostro dolore nel non poter ancora frequentare le case di Dio deve essere alleviato dalla convinzione che questo nostro gesto di astinenza è esso stesso un’adorazione, perché rinunciare per Dio spesso è più grande che prendere”, conclude il presidente dell’Ucoii, Yassine Lafram.

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