Cure palliative: don Angelelli (Cei) “hospice cattolici per prendersi cura della vita e aprire ad una speranza affidabile”

Il prossimo 11 novembre, festa di san Martino, si celebra la Giornata nazionale per le cure palliative. Il nostro Paese, nonostante sia stato fra i primi in Europa a dotarsi di una legge in materia, la n. 38 del 15 marzo 2010, registra ancora una conoscenza frammentaria e una diffusione poco omogenea di cure palliative e terapia del dolore. Di cure palliative, ma non solo, si occupano gli hospice e, per l’occasione, il Tavolo degli hospice cattolici e di ispirazione cristiana costituito presso l’Ufficio nazionale per la pastorale della salute della Cei si propone di dare rilievo alla loro presenza sul territorio e nella comunità cristiana, anche attraverso percorsi di presentazione del documento “Una presenza per una speranza affidabile. L’identità dell’Hospice cattolico e di ispirazione cristiana”.
Il documento, elaborato dallo stesso Tavolo Cei dopo un confronto durato due anni e presentato online lo scorso settembre, sottolinea l’identità di questi hospice come  di “un luogo che apre alla speranza” e le cui parole d’ordine sono accoglienza, amorevolezza, condivisione, competenza, dignità della persona e sacralità della vita
L’iniziativa, spiega don Massimo Angelelli, direttore del suddetto Ufficio Cei, “è volta a valorizzare il lavoro degli operatori, a rincuorare le famiglie che vedono un loro congiunto accolto nell’hospice, a costruire una maggiore sensibilità ecclesiale sul tema dell’accompagnamento della fine della vita terrena, a promuovere forme di volontariato, a contribuire tra adolescenti e giovani a una ‘catechesi sulla vita’ che non perde mai di significato. La Chiesa – anche con la presenza degli hospice – non smette mai di prendersi cura della vita umana, e lo fa anche costruendo una rete di collaborazione e di percorsi condivisi”.

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