Covid-19 e salute mentale: don Angelelli (Cei), “discernimento per formulare una proposta pastorale incarnata in questo tempo da accompagnare”

foto SIR/Marco Calvarese

“La pandemia che stiamo attraversando ha risvolti medico-clinici immediati ma anche una serie di effetti collaterali meno evidenti ma estremamente incisivi. Cambiare stili di vita disorienta le persone e incide profondamente sulle relazioni. Questa dinamica è stata studiata dai nostri esperti”. Così don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale sociale della Cei, ha introdotto la quarta edizione del convegno annuale sulla salute mentale, promosso oggi in modalità online dal suddetto Ufficio e e dal Tavolo nazionale sulla salute mentale costituito da tempo presso la Cei, in collaborazione con l’Associazione italiana psicologi e psichiatri cattolici (Aippc) e l’associazione “In punta di piedi” (Ipp). Tema dell’incontro. “Chiesa italiana e la salute mentale 4. Pandemia Covid-19. Effetti sul benessere mentale e relazionale”. Quattro gli ambiti in cui si articola il convegno: relazioni familiari e educativi, mondo del lavoro, sanità, determinanti psicosociali. Don Angelelli ha ringraziato i vari Uffici nazionali Cei che partecipano oggi all’iniziativa nella quale si incrociano due approcci: “il profilo medico-psichiatrico dialoga con la disciplina pastorale, realizzando una sinergia che cerca di offrire alcune linee per una visione sistemica. Per formulare una proposta pastorale profondamente incarnata in quello che stiamo vivendo, occorrono elementi di discernimento. Quello della pandemia non è un tempo sospeso, ma da vivere e accompagnare”, ha concluso il sacerdote.

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