Don Pino Puglisi: mons. Crociata (Latina), “accettò di morire continuando ad amare”

“Quando si sono mossi per ucciderlo, don Puglisi non si è difeso, ma ha accettato di morire continuando ad amare. Preferì subire violenza piuttosto che fare violenza. Questo è il martire che muore per amore”. Lo ha detto il vescovo di Latina, mons. Mariano Crociata, nell’omelia della messa che ha celebrato ieri nella chiesa madre di Marsala, dove è in corso la peregrinatio delle reliquie del beato Pino Puglisi, martire, ucciso dalla mafia, il 15 settembre 1993. Il presule ha ricordato che il sacerdote era vicerettore del seminario di Palermo, in quell’anno in cui mons. Crociata ha insegnato lì. “L’ho incontrato tante volte nel periodo del mio insegnamento a Palermo. Di lui coglievo la grande concentrazione, la capacità di raccoglimento, di riserbo. la sua sensibilità fine, la capacità di rapporto”, ha ricordato.
Due, in particolare, le caratteristiche del beato sottolineate: “Era rispettoso e attento”. “Aveva una intensa vita spirituale. Era un uomo che si è consacrato al Signore, amandolo davvero con tutto il cuore e amando i fratelli in quel quartiere malfamato e malmesso, qual era Brancaccio, facendo semplicemente il prete”. Un servizio – ha evidenziato il vescovo – che ha compiuto fino in fondo: “Faceva tutto quello che comportava esser prete per il bene dei bambini, dei ragazzi, delle famiglie, delle persone bisognose. Perfino di coloro che l’avrebbero ucciso. Don Pino Puglisi, come tutti i martiri, ci insegna una cosa: che l’amore perfetto è quello di Gesù. E i martiri sono i primi imitatori di Gesù, che di fronte agli avversari, di fronte a coloro che lo odiano, ha sempre parole di bene”.

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