Terra Santa: mons. Pizzaballa (Gerusalemme), “chi ama Dio non può non arrivare ad amare il prossimo”

“Chi ama Dio non può non arrivare ad amare il prossimo. Chi pretende di amare solamente Dio, chi usa questo per non sporcarsi le mani alla fine arriva a non amare nessuno, né Dio, né il prossimo, ma solo se stesso”: a rimarcarlo nella sua consueta meditazione del Vangelo della domenica, la prossima (25 ottobre), è l’amministratore apostolico del Patriarcato latino di Gerusalemme, mons. Pierbattista Pizzaballa. “Non basta amare Dio: sarebbe molto più semplice, il tutto si concentrerebbe e si esaurirebbe nel culto, nell’osservanza, nella preghiera. Invece non basta vivere il dovere dell’amore di Dio e poi non fare altrettanto per l’amore con il prossimo”. Partendo dalla domanda “qual è il grande comandamento?” (Mt 22, 34-40), argomento delle diatribe tra i farisei, maestri della Legge, e Gesù, mons. Pizzaballa ricorda che “Dio esige che il fratello sia amato con lo stesso amore, lo stesso riconoscimento, lo stesso rispetto che si ha per Lui: entrambi sono comandamenti, per cui non si possa dire che amare Dio è un comandamento, mentre amare l’altro è un’esortazione, un consiglio”. Questo, aggiunge l’amministratore apostolico, secondo le parole di Gesù, “non è facoltativo, non è lasciato alla sensibilità personale, alla cultura, alle possibilità di ciascuno: no, è un comandamento ed è per tutti. È come se Dio stesso non accettasse un amore dato a Lui che poi non divenga amore dato all’altro, al fratello”. L’amore per l’altro, dunque, “nasce da una relazione vera con Dio, da un ascolto sincero, da un corretto modo di vivere il culto, di osservare la Legge. Chi ama Dio non può non arrivare ad amare il prossimo”. “Chi pretende di amare solamente Dio, chi usa questo per non sporcarsi le mani – conclude mons. Pizzaballa – alla fine arriva a non amare nessuno, né Dio, né il prossimo, ma solo se stesso, in un modo malato, chiuso nel proprio egoismo”.

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