Lotta alla prostituzione: mons. Sánchez Sorondo (Pas), “applicare con genialità italiana il modello nordico”

Rispetto alla lotta alla prostituzione “sono molto contenuto degli sviluppi in Italia e sono desideroso che questi sviluppi portino ad un fine che è quello di applicare in qualche modo con una genialità italiana il modello nordico”. Lo ha affermato mons. Marcelo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze (Pas), nella sua audizione in Commissione Affari costituzionali del Senato della Repubblica nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sul fenomeno della prostituzione.
Sánchez Sorondo ha ripercorso la posizione della Chiesa facendo riferimento al Magistero di Papa Benedetto XVI e a quello, in continuità sul tema, di Papa Francesco. Il cancelliere della Pas ha ricordato come per Benedetto XVI la prostituzione “non è un male minore ma un male assoluto”. Secondo Papa Ratzinger, ha sottolineato Sánchez Sorondo, “la prostituzione è una discriminazione della donna che non ha nessun giustificativo in antropologia e per cui è un grave crimine contro l’umanità”. “Questa formula – ha notato il cancelliere della Pas – è stata ripresa da Papa Francesco”. Evidenziando come rispetto al fenomeno della prostituzione “lo Stato è particolarmente responsabile”, Sánchez Sorondo si è soffermato su due aspetti. “Nel perseguire questo crimine – ha spiegato – lo Stato italiano può seguire quanto fatto contro la mafia: prendere i soldi e i beni di trafficanti e collaboratori a beneficio delle vittime”. Circa una nuova legge, il cancelliere della Pas ha fatto riferimento al modello svedese, che “è vicino a quello italiano” ma che in più prevede “la penalizzazione dei consumatori”. “Speriamo sia presente” nell’ordinamento italiano, l’auspicio: “sarebbe importantissimo che Roma l’avesse perché tutti i Paesi latini potrebbero copiare, soprattutto in America Latina”. Sánchez Sorondo ha poi parlato della questione delle vittime: secondo lui lo Stato dovrebbe “fare istituzioni, appoggiare quelle che già ci sono o svilupparle meglio” perché sia potenziato “il riscatto delle vittime”. Un modello da prendere ad esempio è quello di Rocìo Rosco, che “in Messico ha già riscattato 300 vittime”.

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