Myanmar: 20 organizzazioni umanitarie, “cresce la violenza negli Stati di Rakhine e Chin, c’è bisogno di aiuti”

La recente impennata di violenza in alcuni Stati del Myanmar potrebbe causare più fame, sfollamenti e perdita di mezzi di sussistenza tra le comunità, rendendo impossibile anche l’accesso all’educazione per molti bambini. È l’allarme lanciato da venti organizzazioni umanitarie in Myanmar tra cui Save the Children: “Come organizzazioni umanitarie internazionali che lavorano con le comunità dello Stato di Rakhine – si legge nell’appello – esprimiamo profonda preoccupazione per tutte le persone colpite dall’impennata dei combattimenti tra l’esercito di Arakan e l’esercito del Myanmar nel Rakhine settentrionale. La zona attorno al villaggio di Kyauk Tan ospita oltre 10.000 persone e fonti locali riferiscono che molti stanno fuggendo dalle loro case mentre altri sono intrappolati e non riescono ad andarsene. Siamo profondamente preoccupati per le notizie di incendi indiscriminati nei villaggi e detenzione arbitraria di civili”. Le organizzazioni umanitarie chiedono a tutte le parti in causa di “proteggere i civili, esercitare moderazione e prevenire l’ulteriore escalation del conflitto”, oltre a “garantire la piena aderenza al diritto internazionale umanitario”. Le Ong chiedono perciò “un accesso illimitato agli attori umanitari e ai loro partner in modo che possano valutare autonomamente le esigenze e fornire assistenza e protezione complete alle comunità interessate. Chiediamo anche che sia concesso quanto prima l’accesso illimitato a tutte le aree degli Stati di Rakhine e Chin a terzi indipendenti, compresi giornalisti e osservatori dei diritti umani”.

 

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