Accoglienza: card. Makrickas, “non ha nulla a che vedere con la politica, ma con il cuore dell’uomo, e lo rende testimone di speranza”

La basilica di Santa Maria Maggiore è “custode di un patrimonio di fede, spiritualità, devozione e arte che al tempo stesso è testimone e ispiratore di una speranza concreta, capace di incarnarsi nel quotidiano delle nostre vite e che richiama ciascuno di noi ad un impegno altrettanto concreto, generoso ed appassionato, nella diversità dei compiti a noi affidati”. Lo ha detto ieri pomeriggio il card. Rolandas Makrickas, arciprete della basilica, intervenendo alla prima sessione del XXVI Convegno nazionale di pastorale della salute “Con i sofferenti pellegrini di speranza”, promosso a Roma dall’Ufficio nazionale Cei fino a domani presso la Casa San Juan de Avila.
E questa speranza, ha proseguito, si fa concreta “nel servizio al prossimo”, mentre “l’accoglienza cessa di essere un bene ideologicamente connotato”. “In questi ultimi anni – ha spiegato l’arciprete – il tema dell’accoglienza, lo sappiamo, è diventato uno dei terreni di maggiore dialettica politica. In realtà noi sappiamo che l’accoglienza, nella sua essenza, non ha nulla a che vedere con la politica, ma con il cuore dell’uomo. Poi la politica dovrebbe fare la sua parte perché sempre dovrebbe servire il cuore dell’uomo, i suoi bisogni veri e la verità dei suoi bisogni”. La Chiesa, “attraverso figure portentose come quella di Papa Gregorio, ricorda che l’esercizio della carità, che è proprio la forma privilegiata di accoglienza dell’altro nella sua fragilità, nel suo bisogno, è una parte essenziale della vita di fede – ha sottolineato il cardinale -. Ed è proprio in questa tenace responsabilità di accogliere l’altro che il cristiano si fa testimone di speranza. Ogni cristiano introduce nel mondo la speranza che sempre si troverà sostegno alla propria povertà – che sia una povertà esistenziale o una più materiale povertà sociale o economica – perché ci saranno sempre uomini e donne di buona volontà che  ha concluso Makrickas – nella Chiesa ed attraverso la Chiesa, eserciteranno questa virtù dell’accoglienza, che è una virtù di amore”.

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