Salute: Svimez-Save the Children, Ssn sottofinanziato, 1.6 milioni di famiglie in povertà sanitaria, 700mila al Sud

Dopo l’emergenza Covid, i divari territoriali Nord-Sud sono aumentati in un contesto di generalizzata debolezza del Ssn che, nel confronto europeo, risulta sottodimensionato per stanziamenti di risorse pubbliche (in media 6,6% del Pil contro il 9,4% di Germania e l’8,9% di Francia), a fronte di un contributo privato comparativamente elevato (24% della spesa sanitaria complessiva, quasi il doppio di Francia e Germania). È quanto emerge dal Report Svimez “Un Paese, due cure. I divari Nord-Sud nel diritto alla salute”, presentato oggi a Roma in collaborazione con Save the Children. Per quanto riguarda i dati regionalizzati di spesa sanitaria (fonte Conti pubblici territoriali), risultano livelli per abitante, corrente e per investimenti, mediamente più contenuti nelle regioni meridionali. A fronte di una media nazionale di 2.140 euro, la spesa corrente più bassa si registra in Calabria (1.748 euro), Campania (1.818 euro), Basilicata (1.941 euro) e Puglia (1.978 euro). Per la parte di spesa in conto capitale, i valori più bassi si ravvisano in Campania (18 euro), Lazio (24 euro) e Calabria (27 euro), mentre il dato nazionale si attesta su una media di 41 euro. Il monitoraggio Lea (Livelli essenziali di assistenza), che offre un quadro delle differenze nell’efficacia e qualità delle prestazioni fornite dai diversi Ssr, fa emergere i deludenti risultati del Sud: 5 regioni del Mezzogiorno risultano inadempienti.
Inoltre, in base alle recenti valutazioni del Crea (Centro per la ricerca economica applicata in sanità), sono il 6,1% le famiglie italiane in povertà sanitaria, perché hanno riscontrato difficoltà o hanno rinunciato a sostenere spese sanitarie. Nel Mezzogiorno la quota la povertà sanitaria riguarda l’8% dei nuclei familiari, una percentuale doppia rispetto al 4% del Nord-Est (5,9% al Nord-Ovest, 5% al Centro).

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