Papa Francesco: udienza, “la tristezza è come una caramella amara”, “c’è qualcosa nel passato di tutti che dev’essere guarito”

(Foto Vatican Media/SIR)

“La tristezza è il piacere del non piacere”: “È come prendere una caramella amara, amara, amara, senza zucchero, brutta, e succhiare quella caramella”. Lo ha spiegato, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in Aula Paolo VI e dedicata a questo tema. “La dinamica della tristezza è legata all’esperienza della perdita”, ha osservato Francesco: “Nel cuore dell’uomo nascono speranze che vengono a volte deluse. Può essere il desiderio di possedere una cosa che invece non si riesce ad ottenere; ma anche qualcosa di importante, come una perdita affettiva. Quando questo capita, è come se il cuore dell’uomo cadesse in un precipizio, e i sentimenti che prova sono scoraggiamento, debolezza di spirito, depressione, angoscia”. “Tutti attraversiamo prove che generano in noi tristezza, perché la vita ci fa concepire sogni che poi vanno in frantumi”, l’analisi del Papa: “In questa situazione, qualcuno, dopo un tempo di turbamento, si affida alla speranza; ma altri si crogiolano nella malinconia, permettendo che essa incancrenisca il cuore”. “Certi lutti protratti, dove una persona continua ad allargare il vuoto di chi non c’è più, non sono propri della vita nello Spirito”, il monito: “Certe amarezze rancorose, per cui una persona ha sempre in mente una rivendicazione che le fa assumere le vesti della vittima, non producono in noi una vita sana, e tanto meno cristiana. C’è qualcosa nel passato di tutti che dev’essere guarito”.

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