Diocesi: mons. Carboni (Oristano), “la Chiesa avanza in modo comunitario e con uno stile sinodale”

Ripensare la pastorale mettendo al centro la riflessione sulle molteplici vocazioni che arricchiscono la Chiesa. È l’invito dell’arcivescovo di Oristano e vescovo di Ales-Terralba, mons. Roberto Carboni, ai fedeli nell’annuale messaggio d’inizio settembre in occasione delle tre grandi celebrazioni mariane che in questo mese caratterizzano le sue diocesi: Madonna del Rimedio (patrona di Oristano), Nostra Signora di Bonacatu (uno dei più antichi santuari dell’isola, a Bonarcado), Santa Maria Aquas (patrona della diocesi di Ales-Terralba). Il presule in questi documenti porta all’attenzione dei fedeli problemi, prospettive, impegni e obiettivi per far vivere e crescere la fede e la carità nelle due Chiese. Una sorta di Consiglio pastorale aperto in cui il vescovo coinvolge un territorio che va dal Gennargentu alle coste della Sardegna centrooccidentale, complessivamente 144 parrocchie e 250 mila abitanti.
Il tema della Lettera di quest’anno , suggerito dal titolo stesso – Anche io mando voi…(Gv 20,21) – riprende un’espressione di Gesù ai suoi discepoli dopo la risurrezione. “È in primo piano il mandato del Signore non solo agli apostoli presenti a quell’incontro, ma si estende a tutti noi, discepoli di oggi del Signore. È Lui che prende l’iniziativa, è Lui – dice il vescovo – che ci associa all’invio che Egli stesso ha ricevuto dal Padre. Vuole la nostra collaborazione e il nostro impegno. L’espressione Anche io mando voi… è dinamica, non accetta la sedentarietà, ma vuole suscitare impegno e responsabilità e mette in movimento i discepoli di tutti tempi”. ” Il Signore usa il plurale, vi mando, per ricordarci – aggiunge padre Roberto – che la sua Chiesa avanza in modo comunitario e con uno stile sinodale”. Anche tra due realtà pastorali di grande impronta identitaria come Ales-Terralba e Oristano. Negli incontri con i presbiteri e i laici delle due diocesi, è emersa la preoccupazione, ormai sempre più palpabile e seria, di come pensare e impostare il cammino di fede; di come venir incontro alle richieste delle comunità parrocchiali che fanno i conti con la drammatica diminuzione del numero di presbiteri disponibili per il ministero. “Non possiamo nascondere che l’analisi della realtà ci chiede di rivedere stili e metodi, organizzazione e distribuzione delle forze pastorali. Le comunità delle due diocesi già sperimentano – ribadisce Carboni – il tentativo di nuovi percorsi che assicurino soprattutto la celebrazione Eucaristica, fonte e culmine della vita cristiana. Ma rimane la consapevolezza di dover stimolare la partecipazione attiva, la responsabilità, la vocazione dei laici, uomini e donne”.

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