Geopolitica: Mattarella, “non possiamo farci guidare soltanto dalle emergenze. Governance adeguata strumento chiave per vincere le sfide globali”

(Foto: Paolo Giandotti - Ufficio Stampa per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

“Non possiamo farci guidare soltanto dalle emergenze”. È il monito lanciato questa mattina dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenendo a Palermo al XVI Simposio Cotec Europa “Innovazione nella finanza sostenibile”.
“Sostenibilità, finanza e innovazione sono le tre parole chiave di questo appuntamento; questioni che trovano largo spazio nell’agenda internazionale e interpellano i Governi”, ha osservato il Capo dello Stato secondo cui, rispetto ad “una responsabile gestione dell’avvenire del pianeta e per un modello di sviluppo equo”, “una governance adeguata è, naturalmente, strumento chiave per vincere le sfide globali con cui ci confrontiamo, per mete collettive di progresso”. “Si tratti dell’ambiente, della salute, dell’istruzione, della lotta alla povertà, della tutela dei diritti fondamentali, il combinato di tali sfide appare immane e certamente tale da richiedere non soltanto che vengano mobilitate risorse di matrice pubblica ma anche il coinvolgimento della società civile e degli attori che in essa agiscono”, ha proseguito Mattarella: “Sono sotto gli occhi di tutti le conseguenze del cambiamento climatico nella vita delle popolazioni: esse sempre più frequenti e pervasive, soprattutto nelle aree più fragili del mondo. Vale per le isole a rischio di sommersione nel Pacifico così come per la desertificazione in atto in tante aree”. Per il presidente, “l’impegno nel realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite richiama a un’azione ad ampio raggio, in grado di coinvolgere più attori possibili. L’impegno è quello di una transizione verso un nuovo assetto, verso una crescita sostenibile, a confronto con la trasformazione climatica e con la sostenibilità sociale”. “Una transizione che riguarda anche i Paesi emergenti e quelli in via di sviluppo”, ha continuato, evidenziando come “appare, infatti, del tutto incongruo che questi Paesi accettino di pagare il prezzo ambientale e sociale che ha pesato sui Paesi di più remota industrializzazione nel loro percorso di crescita, invece di inserirsi nel gruppo di testa che guida il cambiamento, evitando quei costi ambientali e sociali”.

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